Più di 100 successi della forza degli avaaziani
L’accordo per il Clima di Parigi è la più grande vittoria ottenuta finora nella lotta al cambiamento climatico, un simbolo di ciò che l’umanità può fare unita, e di cui il nostro movimento è stato il principale motore di mobilitazione globale. Ecco la storia…
Continua a leggereMancano solo 18 mesi al vertice di Parigi, e le aspettative sono ai minimi storici, con i politici a dirci che non ci sono né spinta popolare né volontà politica ad agire! Decidiamo allora di dimostrargli che si sbagliano, guidando le due Marce Globali per il Clima nel 2014 e 2015. E funziona. Saranno le due più grandi mobilitazioni di sempre sul clima, con più di 1 milione e mezzo di persone per le strade, cui viene riconosciuto di aver creato la spinta necessaria per l’accordo. “Quando abbiamo visto quelle enormi manifestazioni, è stato allora che abbiamo capito che la gente era con noi” ha detto Christiana Figueres, a capo dei negoziati ONU sul clima. “Le marce hanno portato più persone che mai per le strade, grazie anche alla rete di mobilitazione di Avaaz”, il commento della BBC.
In tanti hanno contribuito al successo delle marce, ma è stata Avaaz a porre l’obiettivo di una mobilitazione globale, a raccogliere la maggior parte dei fondi necessari a sostenerla, e a prendersi la responsabilità, insieme ai nostri partner di 350, della logistica di base. I nostri membri hanno contribuito a mobilitare centinaia di migliaia di persone. Il formato “aperto” creato dal nostro team per le marce ha incoraggiato centinaia di altri gruppi ad apportare la loro creatività. E il nostro staff media, sempre assieme a 350, l’ha resa la manifestazione più raccontata degli ultimi decenni.
Al tempo stesso Avaaz ha anche lavorato con i governi portando 30 ministri e leader mondiali alle manifestazioni, inclusi il Segretario Generale dell’ONU e i ministri francesi che avrebbero ospitato i negoziati parigini. Hanno marciato al fianco degli avaaziani, e molti l’hanno definita un’esperienza potente e determinante.
Nei mesi seguenti, abbiamo continuato a fare pressione sui governi affinché fossero più ambiziosi, e facessero proprio l’obiettivo di un pianeta alimentato al 100% da energia pulita. Abbiamo ottenuto una prima vittoria storica giocando un ruolo cruciale nel persuadere il G7, ovvero i paesi più inquinanti del mondo, a dichiarare l’intenzione di andare oltre i combustibili fossili: notizia che finisce su tutti i media internazionali. E ai negoziati finali di Parigi, il nostro movimento lavora incessantemente, lanciando decine di campagne in pochi giorni per eliminare ogni ostacolo all’accordo.
Parigi è stato un esempio bellissimo di come l’umanità può affrontare unita le grandi sfide. Ci sono stati tanti eroi in questa storia, dai piccoli stati isola del Pacifico come le Isole Marshall, alle Nazioni Unite, a governi come quelli francese e tedesco, a organizzazioni come il World Resources Institute, tutti decisivi. È stato un festival di speranza e umanità. Ma 18 mesi prima, nessuno credeva che lo sarebbe stato. Il nostro movimento ha giocato un ruolo fondamentale nel renderlo possibile, e questo ne fa ad oggi la nostra vittoria di cui siamo più orgogliosi.
Parigi è stato solo l’ultimo capitolo dei 10 anni di campagne di Avaaz sul cambiamento climatico. Per la storia completa, e per tutte le foto, clicca qui.
Avaaz è stata fondamentale nel mobilitare un vasto sostegno a favore di un’azione per il clima. Grazie Avaaz, siete musica!
La battaglia per mantenere internet libero dal controllo delle grandi aziende e dalla censura dei governi è una delle grandi sfide del nostro tempo - una battaglia che abbiamo combattuto, e contribuito a vincere, per oltre 5 anni e in 4 continenti.
Continua a leggereNel 2012, con una petizione da quasi 3 milioni di firme abbiamo moltiplicato la protesta interna agli USA fermando due proposte di legge scandalose che volevano permettere al governo di chiudere qualunque sito, incluso il nostro!
E quando poche settimane dopo il Parlamento Europeo ha cercato di far passare in sordina ACTA, un trattato che avrebbe dato alle aziende il diritto di censurare il web, di nuovo quasi 3 milioni di avaaziani hanno firmato, scritto, telefonato, organizzato manifestazioni, obbligando l’europarlamento a riconoscere che ACTA era un attentato alla democrazia.
La legge viene bocciata quasi all’unanimità, e il Parlamento riconosce ufficialmente il ruolo del movimento di Avaaz!
Da allora, abbiamo portato la battaglia di paese in paese per proteggere la “neutralità della rete”, l’idea che internet debba essere uguale per tutti, non superveloce per le grandi multinazionali e più lento per piccoli commercianti, blog e associazioni.
In Brasile, centinaia di migliaia di avaaziani, parlamentari, e movimenti per la neutralità della rete si sono battuti con forza per trasformare il “Marco Civil” in legge. Oggi è considerata una delle leggi di tutela di internet migliori al mondo. E poi in India, ancora in Europa, e ancora negli USA, ovunque siamo riusciti a ottenere, insieme a tante associazioni amiche, tutele forti per la neutralità della rete.
Quando nel 2016 i giganti delle telecomunicazioni in Europa cercano un’ultima volta di colpire la neutralità della rete, siamo pronti. Prima con un grande appello di massa perché internet sia di tutti, poi inondando con centinaia di migliaia di commenti le consultazioni pubbliche dell’UE, e infine andando a parlare direttamente con i tecnici dell’autorità per le telecomunicazioni, che ci diranno di essere stati molto colpiti emotivamente dai nostri messaggi. E vinciamo ancora.
In tanti si sono uniti a queste battaglie, in particolare in alcuni peasi cruciali, ma Avaaz ha fatto sì che emergesse uno standard globale per internet che ne salvasse le potenzialità. Per questo è la nostra seconda vittoria di cui siamo più fieri.
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Sono stato molto impressionato dalla petizione da 2,8 milioni di firme di Avaaz. Le preoccupazioni dei cittadini sono state davvero ascoltate dal Parlamento Europeo.
Il nostro movimento ha giocato un ruolo significativo nelle più grandi vittorie per la protezione degli oceani, e siamo solo agli inizi…
Continua a leggereGli oceani ci danno la vita, sono ciò che ci regala un respiro ogni due. E sono l’habitat di creature incredibili, dalle balene alle tartarughe, agli squali, ai coralli. Ma li stiamo soffocando: nel 2050 conterranno più plastica che pesci, l’acidificazione sta distruggendo le barriere coralline, e la pesca è così fuori controllo che gli ecosistemi marini potrebbero aver bisogno di milioni di anni per riprendersi.
Qual è la risposta? Secondo gli esperti, enormi aree marine protette: senza alcuna interferenza umana, permettendo così alla vita di rigenerarsi. La sfida è che le lobby della pesca e altri interessi miopi ne ostacolano la creazione. Così più e più volte li abbiamo affrontati, e assieme abbiamo contribuito a creare tre delle più grandi aree marine protette del pianeta.
Nel 2010, centinaia di migliaia di avaaziani hanno spinto il Regno Unito a creare un parco marino delle dimensioni di Italia e Germania insieme, una zona incontaminata nell’Oceano Indiano, intorno alle isole Chagos - all’epoca l’area marina protetta più grande del mondo. Una grande vittoria, dopo la quale il ministro degli esteri citò gli “oltre 221mila messaggi coordinati da Avaaz… da 223 Paesi” come uno dei contributi chiave per la decisione.
Pochi anni dopo, un milione di noi si rivolse agli USA, inondando una consultazione pubblica di messaggi per la creazione del Monumento nazionale marino delle isole remote del pacifico, una riserva marina così grande che ha raddoppiato il totale mondiale di aree protette. Anche in quel caso, le nostre voci coprono completamente quella delle lobby. E vinciamo, ancora!
Infine, nel giugno del 2016, veniamo a sapere che il Obama potrebbe crearne un’altra, ancora più grande, al largo delle Hawaii. Di nuovo, tutti insieme, consegnamo un milione di voci direttamente dentro ai negoziati dando al progetto il sostegno popolare necessario. Pochi giorni dopo Obama annuncia che la riserva di Papahanaumokuakea è approvata.
Ognuna di queste aree è cruciale, ma l’obiettivo grosso a un certo punto diventa mettere d’accordo tutti i governi sull’obiettivo del 30% degli oceani protetti entro il 2030. È un progetto ambizioso oltre ogni limite, ma gli scienziati ci confermano che è necessario. Così nell’agosto del 2016 ci uniamo in massa all’appello dei rappresentanti dell’isola di Palau, facendo pressione sui paesi indecisi direttamente durante i negoziati della più importante istituzione mondiale sulla conservazione, neutralizzando i tentativi di paesi come il Giappone di sabotare l’accordo, e portando i media dalla nostra parte… e vincendo alla grande, con l’89% dei SÌ!
Ora dovremo tradurre quell’obiettivo in aree di oceano effettivamente protette, ma forti di questa serie di vittorie, sappiamo che non sarà facile fermarci...
Le voci dei cittadini di tutto il mondo sono cruciali per dimostrare ai politici che è arrivato il tempo di proteggere i nostri oceani. Il milione e 300mila persone che hanno firmato… sono state una grande parte del risultato ottenuto.
Il gigante della chimica Monsanto è una delle multinazionali più potenti al mondo, e il suo modello di agricoltura chimica sta trasformando la superficie del pianeta in immense monocolture che minacciano la cruciale diversità dei nostri ecosistemi. Ma il nostro movimento, dall’Europa al Sud America, ha deciso di resistergli, lavorando assieme a coraggiose comunità locali contro le sue fabbriche e i suoi pesticidi.
Continua a leggereIn risposta alla decisione di costruire una mega fabbrica di semi geneticamente modificati in Argentina, anni fa i cittadini della piccola comunità locale si sono opposti fisicamente ai lavori. Avaaz è intervenuta per amplificare la loro lotta con un milione di cittadini da tutto il mondo. Assieme, siamo andati porta a porta, abbiamo commissionato sondaggi dimostrando l’enorme opposizione dei cittadini, abbiamo sostenuto l’elezione di un consiglio municipale contrario alla fabbrica, e lanciato campagne dirette ai politici locali e nazionali, fino a che Monsanto ha dovuto abbandonare il progetto!
"Oggi celebriamo la vittoria di una lunga battaglia che abbiamo condiviso con il movimento internazionale di Avaaz... Monsanto ha una sola opzione: andarsene", ha commentato Celina Molina, una coordinatrice della campagna locale.
Ma non è l’unico fronte. Quando abbiamo scoperto che Monsanto stava mettendo sotto brevetto i semi in tutto il mondo, la nostra comunità ha raccolto 1 milione di euro per creare la prima banca dei semi globale, per proteggerne la diversità!
Un anno dopo, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha inserito il glifosato, l’erbicida principale di Monsanto e la sua fonte principale di profitto, nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene”. La nostra comunità si immediatamente mobilitata, con milioni di persone in tutto il mondo, chiedendone la messa al bando.
Tutti erano convinti che l’UE avrebbe comuneu rinnovato la licenza del glifosato, che stava per scadere. Ma dopo la nostra gigantesca petizione, sondaggi, molteplici incontri con i rappresentanti dei governi e una nuova pressione sui media, assieme a tante altre organizzazioni siamo riusciti a trasformare il rinnovo da una pura formalità a un acceso dibattito politico. All’inizio, è stata concessa solo un’estensione di emergenza invece di una licenza. Poi, i governi UEsi sono rifiutati di sostenere persino quella, tanto che la Commissione è stata obbligata ad andare avanti da sola e a rinnovare la licenza solo fino al completamento di nuove indagini scientifiche. Questa campagna ha messo in difficoltà il futuro del modello Monsanto come mai nulla prima!
Anche se la battaglia per un modello sostenibile di agricoltura è ancora lunga, il nostro movimento sta giocando un ruolo centrale nello sfidare il modello di questa mega-multinazionale, spingendo i politici a cercare delle alternative. Qui trovi più informazioni su tutte le diverse fasi di questa campagna che è durata anni.
Avaaz è indiscutibilmente la forza trainante della battaglia per la sospensione del glifosato.
Rupert Murdoch è il “barone” dei media più potente e pericoloso al mondo, a causa dell’abuso che fa del suo enorme impero per controllare i politici e spargere un clima di odio e divisione. Avaaz ha giocato un ruolo centrale nel fermare il più grosso affare della sua vita, che avrebbe esteso terribilmente il suo potere…
Continua a leggereA causa del suo controllo sui politici inglesi, Murdoch è considerato da anni membro non eletto del governo. Nessun Primo Ministro degli ultimi 25 anni è stato eletto senza il suo sostegno. E la sua è un’influenza globale, visto che controlla grosse percentuali dei media di molti paesi.
Per questo tutti ci avevano detto che non c’era modo di impedire al governo di approvare l’acquisizione da parte di Murdoch della BSkyB, un gigante inglese delle telecomunicazioni che avrebbe aumentato enormemente il suo potere.
Ma lavorando assieme a tanti importanti alleati, e con un po’ di fortuna, ce l’abbiamo fatta! In 9 mesi, abbiamo generato 1 milione di azioni online, 30mila telefonate a parlamentari, assunto un team di avvocati per portare l’acquisizione in tribunale, stando continuamente sui media grazie a una serie di proteste creative fuori dalla sede del governo.
Sapevamo da alcuni addetti ai lavori che lo scandalo delle intercettazioni di una delle sue società, che spiava illegalmente le segreterie telefoniche di tantissime persone, stava per scoppiare. Il nostro obiettivo era quindi di far rimandare l’accordo fino a che lo scandalo non l’avrebbe fermato del tutto.
Il ministro Jeremy Hunt, alleato di Murdoch, aveva l’incarico di approvare l’accordo. Per prima cosa quindi, siamo andati a manifestare ll’enorme opposizione popolare alla firma, sia con campagne online che con sondaggi di opinione finanziati dai nostri membri.
Sapendo poi che Hunt sarebbe probabilmente andato avanti comunque, inoltriamo 40mila contributi ufficiali al processo di consultazione tecnica aperto dal governo. Hunt ci disse direttamente che questo l’aveva rallentato moltissimo, obbligandolo ad assumere un intero team solo per poter lavorare ai nostri messaggi!
Il perché di tanti scrupoli? Perché nel frattempo avevamo assunto dei legali con la promessa di un “controllo giudiziario” se non avesse letto tutti i nostri contributi: in altre parole l’avremmo portato a giudizio per la sua decisione. Nemmeno altre organizzazioni mediatiche in Gran Bretagna erano disposte a pagare fino a 1 milione di euro, necessari per un caso del genere, ma il nostro movimento, con il suo eccezionale strumento di raccolta fondi diffusa, poteva farlo.
Contemporaneamente, abbiamo tenuto alta la pressione sugli azionisti di BSkyB, riempiendo i media inglesi per mesi con eventi e iniziative creative per attirare l’attenzione sul caso - dal rappresentare Murdoch a letto con il Primo Ministro Cameron, o a giocare con un Cameron burattino, al manifestare in più momenti decisivi come con un sit-in davanti a un evento elettorale di Hunt stesso.
Unendo i nostri sforzi con quelli di alcuni parlamentari come Tom Watson, di alcune vittime delle invasioni di privacy di Murdoch, e di altri gruppi di attivisti, siamo riusciti quindi a rimandare la decisione per mesi, fino allo scoppio dello scandalo che stavamo aspettando: l’orribile storia dei giornali di Murdoch che avevano hackerato il cellulare di Milly Dowler, una ragazzina di 13 anni vittima di omicidio. L’indignazione pubblica, alimentata da una petizione di Avaaz da 150mila firme in meno di due giorni, convince i parlamentare a bocciare l’acquisizione di Murdoch in Parlamento, e a lanciare una commissione d’inchiesta sull’etica dei media britannici, mentre fuori dal Parlamento mettavamo in scena altre azioni per tenere alta la pressione.
Quell’inchiesta interna svelerà che la campagna di Avaaz era stata vista come uno degli ostacoli principali all’accordo. Uno dei principali lobbisti di Murdoch gli aveva scritto, a proposito di Hunt, che "per lui è cruciale trovare un modo di indebolire gli argomenti della campagna di Avaaz".
Murdoch è ancora oggi una minaccia globale che usa e abusa del suo potere mediatico per trarre profitto dal controllo dei politici. Ma il nostro movimento ha giocato un ruolo centrale nel fermare il suo affare più ambizioso, e questo ne fa il nostro quinto successo più grande.
I membri di Avaaz nel Regno Unito e da tutto il mondo hanno fatto sì che i parlamentari ascoltassero le vittime delle invasioni della privacy. Avete alzato la testa. Avete fatto la differenza. Grazie.
Il nostro movimento ha donato decine di milioni di dollari, euro, yen o quello che servisse a decine di cause che lo meritavano, di cui oltre la metà per emergenze umanitarie che hanno permesso di salvare vite e ricostruire paesi all’indomani di disastri naturali. La nostra dimensione globale, unita alla nostra velocità di azione, significa che possiamo inviare aiuti dovunque sia necessario praticamente subito.
Continua a leggereDopo il ciclone Nargis in Birmania, che aveva ucciso oltre 100mila persone e ne stava minacciando molte altre, la giunta militare aveva deciso di bandire quasi ogni ONG umanitaria dal paese. E gli aiuti che lasciavano entrare li dirottavano lontano dalle zone più colpite a favore dei centri del potere del regime.
Ma in sole 48 ore, Avaaz riuscì ad aggirare il governo e a lavorare con una rete di monaci, i cui monasteri erano spesso le uniche strutture rimaste in piedi, facendo arrivare gli aiuti fino alle zone più colpite. Alla fine abbiamo mandato più soldi della maggior parte dei governi, usando queste reti locali che erano le più efficaci e veloci. È forse il momento di cui siamo più fieri in termini di vite salvate.
Nel 2010, quando il Pakistan venne sconvolto da alluvioni epocali, abbiamo fatto arrivare 1 milione di euro ai gruppi locali che fronteggiavano l'emergenza in pochi giorni.
Dopo il terremoto che ha devastato Haiti, a migliaia abbiamo donato raccogliendo più di 1 milione e 120mila euro per il primo soccorso e la ricostruzione, consegnando i fondi a gruppi locali che hanno potuto così distribuire derrate alimentari, rifugi e medicine.
A seguito del terribile terremoto in Nepal del 2015, abbiamo lavorato con più di dieci delle migliori operazioni di soccorso locale, portando ripari di emergenza, cibo e medicine fino a raggiungere spesso per primi i villaggi più devastati.
Siamo estremamente grati ad Avaaz per averci fornito sostegno già meno di 72 ore dopo il terremoto. Come risultato, 80mila persone hanno potuto avere una protezione migliore contro i monsoni. Avete salvato delle vite in un momento terribilmente difficile per questo paese.
Milioni di avaaziani in Brasile sono stati una forza irresistibile e positiva nella lotta contro la corruzione dilagante nel paese. Le Monde ha definito i risultati "una spettacolare vittoria politica e morale per la società civile".
Continua a leggereIniziata nel 2010 con “Ficha Limpa”, la legge sulla fedina penale pulita - una proposta rivoluzionaria per impedire ai politici condannati per corruzione di ricandidarsi. Uno dei politici più importanti del paese ci aveva detto che non sarebbe mai passata, visto che molti dei parlamentari che l’avrebbero dovuta votare erano essi stesso sotto processo per corruzione!
Ma la nostra comunità ci si è buttata con tutto quello che aveva, prendendo un’enorme petizione organizzata offline dalla società civile e facendola esplodere online, contribuendo con oltre mezzo milione di firme, migliaia di telefonate, e incontri diretti con i politici. Provarono in ogni modo a fermare la legge, rallentarla o indebolirla, ma ogni volta Avaaz inondò i loro uffici di telefonate. Non si erano mai trovati a dover rispondere direttamente ai loro stessi elettore del loro voto!
Dopo mesi di battaglia politica, con il sostegno entusiasta dei principali media del paese, la legge fu approvata quasi all’unanimità! Migliaia di candidati non hanno più potuto candidarsi, una rivoluzione. Il ruolo di Avaaz venne riconosciuto dai parlamentari, dalla società civile e perfino da alcuni studi accademici che analizzarono la vittoria.
Nel 2015 è arrivata un’altra tappa epocale. Dopo 14 mesi di campagne senza sosta, dai social media alle manifestazioni per strada alle pagine dei giornali, il finanziamento dei candidati da parte delle aziende private è stato dichiarato incostituzionale!
E nel 2016, abbiamo risposto alla crisi politica in corso attaccando duramente il politico-simbolo della corruzione, Eduardo Cunha. Esperti e politici ci avevano avvisato che il presidente della Camera era troppo potente per essere fatto fuori. Ma non ci siamo fatti intimidire e con 1 milione e 300mila firme abbiamo chiesto il voto del Comitato etico nazionale per espellerlo dal Parlamento. E quando i suoi uomini hanno cercato di bloccare il voto, li abbiamo denunciati pubblicamente, inondando di chiamate e messaggi i membri del comitato che erano ancora indecisi. E abbiamo vinto!!! Eduardo Cunha è stato obbligato a dimettersi, bandito da nuove candidature per 8 anni, e alla fine arrestato!
La battaglia contro la corruzione in Brasile sarà ancora lunga, ma la tenacia e la speranza di questa comunità hanno contribuito a renderlo uno dei temi principali della politica nazionale, e a mandare il messaggio che nessun politico corrotto è intoccabile.
Senza la pressione pubblica, non avremmo vinto. Voglio ringraziarvi e congratularmi con voi [di Avaaz] e dirvi: continuate così, non vi fermate.
Le api sono animali incredibili, grazie alle quali viene prodotto un terzo del cibo mondiale. Per questo quando gli scienziati hanno notato che stavano silenziosamente morendo a una velocità impressionante, Avaaz è partita all’azione e non ci siamo fermati fino alla vittoria.
Continua a leggereUn tipo di pesticidi, i neonicotinoidi, erano i maggiori sospettati per la diminuzione globale delle api. Quindi ci siamo concentrati sull’UE per far bandire questo pericoloso veleno.
Anche le lobby sono entrate subito in azione: questi pesticidi sono una grossa fonte di reddito per loro. Assieme, abbiamo tempestato di messaggi i ministri di tutta Europa, lanciato una petizione che ha superato i 2 milioni e mezzo di firme, siamo intervenuti al vertice degli azionisti della Bayer, finanziato sondaggi, e messo pressione su paesi cruciali come Germania e Spagna - entrambe hanno cambiato posizione e alla fine hanno sostenuto il bando! Ah, il tutto mentre organizzavamo manifestazioni in tutto il continente con apicoltori e Bernie, la nostra ape gonfiabile gigante da 5 metri!
Dopo due anni di campagne ininterrotte, l’UE ha messo al bando i neonicotinoidi più pericolosi, in attesa di uno studio scientifico indipendente!! La battaglia continuerà per portare questa vittoria oltre i confini europei e per sostenere gli studi indipendenti necessari. Ma la decisione UE rappresenta intanto un’incredibile ancora di salvezza e speranza per le api, e per tutti noi.
La petizione gigantesca di Avaaz e le loro azioni sempre diverse ci ha aiutato a superare questo ostacolo.
La più grande crisi dei rifugiati dai tempi della seconda guerra mondiale ha tirato fuori il meglio e il peggio dell’umanità. Mentre troppi governi e politici giravano le spalle a milioni di bambini, uomini e donne in fuga da guerra e miseria, gli avaaziani hanno accettato la sfida, donando quasi un milione di euro per finanziare missioni di salvataggio in mare e programmi di protezione per affrontare l’inverno, spingendo i governi ad adottare politiche di risposta umane… E migliaia di noi hanno anche aperto le loro case e le loro comunità e accolto i rifugiati direttamente!
Il nostro primo obiettivo nel 2013 fu di cercare di rendere più sopportabile la vita dei rifugiati in Libano. Dopo aver raccolto 1 milione di euro, abbiamo sfidato i governi a fare altrettanto e salvare un'intera generazione di bambini siriani rimasti senza istruzione. E i governi hanno accettato la sfida rilanciando le donazioni 100 a 1! L’inviato speciale dell’ONU Gordon Brown definì il nostro impegno “magnifico” e “importante per spingere i governi a donare”.
Quando poi il numero dei rifugiati che si imbarcavano nel pericoloso tragitto verso l’Europa è esploso nel 2015, abbiamo donato mezzo milione di euro a sostegno dell’operazione privata di salvataggio più efficace del Mediterraneo, il MOAS.
Una missione di avaaziani portò rifornimenti di emergenza alle isole greche dove i rifugiati arrivavano senza niente, e migliaia di noi finanziarono un programma dell’ONU per far fronte all’inverno e aiutare chi era più in difficoltà, e un innovativo progetto legale per ricongiungere i minori non accompagnati con le loro famiglie in Gran Bretagna.
Dopo la tragica morte del bimbo siriano Alan Kurdi che aveva scosso le coscienze di mezzo mondo, il nostro team portò sua zia Tima fino a Bruxelles per consegnare insieme a lei la campagna da 1 milione e 200mila firme ai capi di stato e parlamentari UE. Avaaz e Tima richiesero una politica per i rifugiati degna del 21esimo secolo, in memoria di suo nipote, finendo su tutti i media.
Dall’Australia agli Stati Uniti, dalle capitali europee alle conferenze ONU, siamo stati ascoltati e nuovi impegni sono stati presi per ospitare i rifugiati, alcuni dei quali senza precedenti. Ma è ancora poco e molto meno del necessario -- e abbiamo il dovere di continuare a lottare per una risposta unitaria urgente a questa tragedia.
Non ho parole per esprimere la mia gratitudine a tutti voi. Grazie dal profondo del mio cuore.
Le incredibili foreste pluviali sono l’habitat di metà delle piante e degli animali del Pianeta, comprese molte in pericolo di estinzione. La nostra stessa sopravvivenza dipende da loro. Per questo la tutela di questo patrimonio è una delle sfide più importanti del nostro tempo, e il nostro movimento ha già ottenuto alcune importanti vittorie, dal Brasile alla Bolivia al Borneo.
Nel 2009 gli avaaziani in Brasile fecero arrivare 14mila telefonate e 30mila messaggi all’ufficio dell’allora presidente Lula in meno di 48 ore, per fermare una legge che minacciava di regalare gran parte dell’Amazzonia allo sfruttamento agricolo. E Lula mise il veto sulle parti peggiori della legge! Il suo staff ci disse che non avevano mai visto una pressione simile prima. Tre anni dopo, quando potenti lobby riaprirono il fronte spingendo una legge che poteva radere al suolo intere aree di foresta, quasi 2 milioni di avaaziani si unirono in una potentissima alleanza con Greenpeace, WWF e altri per mettere pressione sulla presidente Dilma - obbligandola a cancellare le parti più pericolose della legge!!
Negli anni abbiamo lavorato insieme a tantissime comunità indigene che nelle foreste ci vivono e le proteggono, dalle Americhe, all'Asia, all’Africa. Nel 2009, 500mila di noi si sono uniti alla causa di migliaia di indigeni boliviani che per giorni avevano marciato contro la costruzione di un’autostrada che sarebbe dovuta passare nel mezzo dell’Amazzonia. Il presidente Evo Morales, di cui avevamo incontrato i ministri di Gabinetto, fermò il progetto. Nel 2015 poi abbiamo lanciato un appello per la creazione del più grande corridoio ambientale del mondo, e decine di migliaia di noi hanno finanziato lo storico incontro di 25 leader indigeni che per la prima volta hanno potuto parlarsi e sognare insieme il futuro dell’Amazzonia.
Ma non ci siamo limitati alle vittorie politiche. Una delle nostre campagne più incredibili è stata quando 90mila di noi hanno donato per permettere di comprare un enorme corridoio di foresta pluviale nel Borneo Malesiano, un progetto che ha protetto 700 degli ultimi oranghi rimasti e 1000 elefanti pigmei.
Solo ora stiamo cominciando a capire davvero cosa significhi la perdita della biodiversità. Salvaguardare gli ultimi angoli incontaminati della nostra Terra è vitale per sostenere gli ecosistemi che ci permettono di vivere e sperare in un futuro. E la nostra comunità è in una posizione unica per difenderli con le unghie e con i denti.
Grazie Avaaz per il sostegno incondizionato nell’organizzazione del primo incontro di sempre tra tutti i leader indigeni dell’Amazzonia, per discutere del nostro futuro. Troviamo in Avaaz un vero amico e un partner che ci tratta da eguali, con onestà e con interesse genuino nell’ascoltarci e nel far sì che le nostre voci siano ascoltate.
All'annuncio dell'Australia di una proposta molto decisa per fermare la caccia alla balena "per motivi scientifici", la scusa che il Giappone ha usato per 30 anni per massacrare migliaia di balene, ci siamo mossi subito, raccogliendo un milione di firme in meno di una settimana!
Siamo andati direttamente al vertice della Commissione internazionale per la caccia alle balene, e consegnato l'appello a tutti i delegati chiave: a un certo punto tutti alla conferenza parlavano dell'enorme pressione internazionale. E dopo intense trattative, al voto finale 34 paesi sono stati a favore e solo 17 contrari. Ora la IWC potrà finalmente "arpionare" la finta ricerca scientifica del Giappone prima ancora che salpino le baleniere!
Il Mare di Ross è un paradiso oceanico vastissimo e ancora quasi del tutto incontaminato, pieno di specie che per millenni vi hanno prosperato, dai pinguini imperatore alle foche alle orche, fino alle balenottere azzurre. Secondo gli scienziati è l'ultimo ecosistema marino intatto - e mancava solo un Paese per metterlo sotto tutela internazionale: la Russia. Per questo, in 1 milione e 300mila abbiamo chiesto a Vladimir Putin di sostenere il progetto, lavorando insieme all'Arcivescovo Desmond Tutu, al "nuotatore polare" Lewis Pugh, e ai più importanti gruppi ambientalisti per far arrivare il nostro messaggio.
Poi gli avaaziani hanno finanziato un incontro diplomatico di alto livello mai visto prima, a Mosca, in cui dei maxi-schermi hanno trasmesso le voci della nostra comunità internazionale ai funzionari che dovevano prendere una decisione. E alla fine abbiamo vinto!! Solo poche settimane dopo la stipula dell'impegno globale alla tutela del 30% dei mari entro il 2030, la Russia si è unita ad altri 24 paesi con un accordo storico per creare l'area marina protetta più grande del mondo, di 1 milione e mezzo di Km quadrati. I cittadini di questo Pianeta hanno ottenuto una tregua di 35 anni per uno dei mari più ricchi e incontaminati del mondo. Dopo 6 anni di negoziazioni, c'è tanto da festeggiare. E il Mare di Ross è solo l'inizio: terremo alta la pressione per proteggere i nostri oceani.
La famiglia Ross è euforica, è un grande onore per la nostra famiglia nel 175esimo anniversario dalla scoperta del Mare di Ross da parte di James, grazie agli individui e alle organizzazioni che ci hanno messo il cuore e l'anima, facendo campagne per la sua tutela assieme a un milione di cittadini da tutto il mondo.
Tutti pensavano che la nostra richiesta del 30% fosse una pazzia, a parte gli scienziati. Ma con la spinta di un milione di avaaziani, la nostra comunità si è imposta nelle trattative e ha messo fuori gioco i principali oppositori, capitanati dal Giappone.
Sostenendo Palau, dialogando con i paesi che potevano fare la differenza e conquistando il favore della stampa ABBIAMO VINTO alla grande... con l'89% dei voti a favore!
Il sostegno di un milione di avaaziani da tutto il mondo ci ha dato coraggio.
I nostri oceani sono in grave pericolo, perciò quando abbiamo saputo che Obama stava decidendo se creare una riserva marina *gigante* alle Hawaii, un milione di noi ha firmato una petizione e in migliaia abbiamo inviato messaggi.
Per influenzare ancora di più la sua decisione, ci siamo presentati alle riunioni chiave, organizzato insieme a dei bambini delle colorate manifestazioni di protesta che hanno attirato la stampa, e abbiamo lavorato per rimuovere gli ostacoli sul cammino di Obama. Pochi giorni dopo, il presidente USA ha firmato e creato la riserva.
Gli 1,3 milioni di persone che hanno firmato e le decine di migliaia che hanno inviato messaggi sono state ascoltate alla Casa Bianca, e hanno dato un contributo fondamentale per ottenere tutto questo.
Tutti ci avevano avvisato: il Presidente della Camera dei Deputati Eduardo Cunha è troppo potente per pensare di farlo dimettere. Ma non ci siamo fatti intimidire, e in 1 milione e 300mila abbiamo chiesto che il Comitato Etico nazionale votasse le sue dimissioni.
E quando i suoi alleati hanno minacciato di bloccare il voto, abbiamo portato la nostra petizione direttamente alla Camera, tempestando gli indecisi di telefonate e messaggi, anche sui social network, con un’attenzione particolare su chi difendeva Cunha. Alla fine è stato costretto a dimettersi, poi gli hanno vietato di candidarsi per otto anni, e alla fine è stato arrestato!
Se non fosse stato per la pressione pubblica, non avremmo vinto. Voglio ringraziarvi e congratularmi con voi.
L'erbicida al glifosato della Monsanto è ovunque, e rappresenta un terzo dei profitti della multinazionale. Così, appena gli esperti dell'ONU pubblicano un rapporto dicendo che è "probabilmente cancerogeno", 1 milione e mezzo di avaaziani ne chiede subito la messa al bando!
Con l'Europa sul punto di rinnovarne la licenza per altri 15 anni, Avaaz consegna petizione e decine di migliaia di messaggi ai governi europei. All'ultimo minuto, il sostegno dei singoli paesi viene a mancare e la commissione UE è obbligata ad approvare solo un'estensione temporanea vincolata a nuovi studi scientifici indipendenti. Continueremo a tenere alta la pressione fino a ottenere il divieto di cui il pianeta ha bisogno.
La campagna di Avaaz ha contribuito ad aumentare la consapevolezza e la preoccipazione dei cittadini sul glifosato. Questo mi ha aiutato, come parlamentare, nel mio lavoro su questo problema... Restate con noi in questa lotta.
Di fronte alla tremenda crisi dei rifugiati siriani, gli avaaziani consegnano un messaggio stupendo e semplice dritto al cuore della conferenza ONU sui rifugiati: "The World ♥ Refugees".
E mentre consegnamo direttamente la campagna al segretario generale e al capo dell'agenzia per i rifugiati dell'ONU, i nostri messaggi e le nostre foto accolgono ogni singolo partecipante alla conferenza, su un megaschermo proprio all'ingresso della sala dei lavori: messaggi di amore e compassione da tutto il mondo, un coro internazionale che dice "i rifugiati sono i benvenuti".
Sono impressionato che 1 milione e 200mila persone in tutto il mondo abbiano firmato la campagna di Avaaz per una risposta umana e giusta al flusso di rifugiati. La mia speranza e che i leader mondiali ascoltino e si impegnino a una redistribuzione significativa e ad altre soluzioni legali per queste famiglie.
Il miliardario islandese Kristján Loftsson massacra centinaia di balenottere a rischio di estinzione da anni. Ora non più!
Insieme ad altre organizzazioni, facciamo pressione sul governo olandese per fargli chiudere i porti del paese alla baleniera di Loftsson, poi facciamo lo stesso in Germania. E infine scateniamo una tempesta mediatica e politica nei Caraibi, dove la sua nave ha appena fatto tappa. Dopo anni di pressioni, Loftsson dichiara infine che abbandonerà la caccia!
La pressione globale della comunità di Avaaz è stata senza dubbio molto importante nella decisione di Loftsson.
Il gigante agrochimico Monsanto firma un accordo per costruire una nuova mega centrale in Argentina: la comunità locale decide di opporsi e noi ci uniamo alla loro lotta.
Assieme, andiamo porta a porta, commissioniamo sondaggi che dimostrano l'enorme opposizione della popolazione, contribuiamo a far eleggere un consiglio comunale contrario al progetto, affrontiamo giuridicamente Monsanto, e amplifichiamo globalmente il movimento locale. Monsanto, alla fine, è obbligata ad abbandonare il progetto.
Oggi celebriamo la vittoria di una lunga battaglia che abbiamo condiviso con il movimento internazionale di Avaaz... Monsanto ha una sola opzione: andarsene.
L’Arabia Saudita è da tempo un incubo per i diritti umani, ma dopo i bombardamenti su scuole e ospedali finalmente l’Europa comincia finalmente a parlare di embargo delle armi.
Il voto però è a rischio sotto la pressione delle lobby, così 750mila avaaziani si fanno sentire inondando i parlamentari di messaggi e chiamate. E vinciamo: per la prima volta nella storia un parlamento occidentale vota un embargo della vendita di armi all’Arabia Saudita! Ora la pressione è tutta sui governi nel rispettare la direttiva europea.
Abbiamo ricevuto telefonate dalla Scozia alla Francia allo Yemen. Avaaz è stata cruciale per portare questo messaggio al Parlamento Europeo.
Ispirata dai pescatori e dai pensionati delle isole greche che hanno salvato e accolto migliaia di famiglie disperate in fuga dalla guerra, l’avaaziana Alkmini lancia una petizione per candidare questi eroi sconosciuti al premio Nobel per la pace.
In pochi giorni 600mila persone firmano la campagna e Desmond Tutu appoggia la candidatura ufficiale al Nobel, che viene sottoscritta da oltre 230 studiosi e accademici da tutto il mondo. Questa storia di una umanità che sconfigge la paura cattura l’attenzione della BBC, della CNN e dei media italiani, dall'Ansa a Repubblica.
Sono tempi in cui la paura e il razzismo minacciano le nostre società e l’Europa alza muri, la grande mobilitazione dei membri di Avaaz ha fatto risuonare alta in tutto il mondo la voce della nostra umanità.
Quando gli esperti di diritti delle donne ci fanno sapere che la pressione globale poteva vietare per sempre le mutilazioni genitali femminili in Somalia, un milione di noi firmano una petizione per chiederne il divieto assoluto.
Non ci saremmo mai aspettati che in pochi giorni non solo il Primo Ministro, ma anche quelli per gli Affari Esteri e per le Donne e i Diritti Umani avrebbero firmato la petizione! Grazie al lavoro che stiamo portando avanti con questi leader, l’UNICEF e le donne somale sopravvissute a questa pratica, siamo ormai vicinissimi a ottenere che le mutilazioni genitali femminili, inflitte al 98% delle donne in Somalia, diventino illegali!
Mi impegno a fermare la MGF in Somalia tramite la legge, la promozione, l’istruzione e il coinvolgimento delle comunità.
Dopo decenni di silenzio, 14 donne incredibilmente coraggiose denunciano i generali del Guatemala che per anni le avevano tenute prigioniere come schiave sessuali.
Al loro ingresso in tribunale, le accogliamo con 40mila messaggi di sostegno e incoraggiamento da tutto il Sud America. E alla fine vincono: i militari vengono condannati per crimini contro l'umanità!
Sono stata felice di ascoltare i messaggi di supporto. Ora so di non essere sola, e quando ho sentito la voce di tutte queste persone da tutto il mondo che mi appoggiavano ho sentito che potevo scoprire il volto e uscire allo scoperto.
Migliaia di bambini rifugiati sono dispersi in Europa, separati dai loro genitori e vittime della tratta di esseri umani in corso nel nostro continente. Per salvarli, 40mila avaaziani donano a sostegno di team di avvocati che ora li stanno cercando e aiutando legalmente a ritrovare le loro famiglie.
Decine di bambini stanno già ricevendo aiuto, e alcuni di questi ragazzi sono già arrivati a Londra e hanno rivisto le loro famiglie per la prima volta dopo mesi!
Non ci sono parole per esprimere la mia gratitudine per tutti voi. Grazie dal profondo del cuore.
Dopo gli attacchi contro alcune donne a capodanno, la Germania viene attraversata da un’ondata di razzismo e xenofobia. Decine di uomini richiedenti asilo rispondono a tutto ciò distribuendo rose alle passanti, in segno di rispetto.
E per ringraziarli e dimostrare solidarietà e accoglienza, cento avaaziane fanno lo stesso distribuendo rose ai rifugiati a Colonia, dove erano avvenute le violenze, e realizzano un video che in poche ore diventa virale.
Questi uomini hanno regalato dei fiori in segno di pace. Come membri di Avaaz, volevamo rispondere a questo gesto coraggioso e mostrare che si può rispondere all'odio con umanità.
Da anni, migliaia di cani vengono macellati, bolliti e mangiati in occasione del Festival di Yulin, in Cina. Quest'anno la nostra comunità globale ha detto "Basta!"
Tre milioni di avaaziani, in collaborazione con gruppi di animalisti cinesi e internazionali, creano una delle petizioni online più grandi di sempre. Consegnamo il nostro appello a Pechino e alle ambasciate sparse per il mondo, poi commissioniamo un sondaggio che dimostra che la maggior parte dei cittadini cinesi sono fortemente contrari al Festival. Le autorità di Yulin ascoltano il nostro appello e si impegnano a chiudere il Festival per sempre.
L'amministrazione locale di Yulin e le autorità competenti del governo si impegneranno fin da ora per impedire che il Festival si tenga di nuovo.
Consegnamo con un bacio la nostra campagna che mira a ristabilire i rapporti tra Grecia e Germania e dare appoggio alla crisi economica greca, proprio davanti al luogo dell'incontro tra il neoeletto Primo Ministro greco Tsipras e la Cancelliera tedesca Merkel a Berlino. In realtà, con una maratona di baci.
Il nostro evento finisce su tutti i notiziari europei ed internazionali. Riceviamo anche un tweet da Tsipras in persona, che ammette che questa dimostrazione gli ha dato forza. Poi invitiamo i noti economisti Thomas Piketty, Jeffrey Sachs, Heiner Flassbeck, Dani Rodrik e Simon Wren-Lewis a richiedere un taglio del debito greco in una lettera aperta. La lettera viene citata in oltre 5mila articoli di giornali internazionali e contribuisce a cambiare il dibattito in Germania.
A Berlino abbiamo incontrato Frau Merkel. La solidarietà del popolo greco e di quello tedesco riuniti per mostrare solidarietà ci ha dato forza.
Dopo che l'ennesimo gruppo di migranti disperati rischia la vita nella traversata verso la salvezza in Europa, la nostra comunità entra in azione.
Raccogliamo 500mila dollari di donazioni per la più efficiente missione di salvataggio nel Mediterraneo, la Migrant Offshore Aid Station (MOAS), che ha già salvato più di 7mila vite umane. Poi lanciamo una missione umanitaria per portare aiuti urgenti come sacchi a pelo, kit di emergenza e pannolini sulle isole greche, dove i migranti arrivano senza niente. Clicca qui per saperne di più.
Come comunità di Avaaz, stiamo reagendo. Quando i governi rispondono "no", noi troviamo un’altra strada, mandiamo la loro xenofobia e il loro razzismo in corto circuito. Insieme, stiamo dimostrando che il mondo può essere un posto migliore, dove invece di mettere a tacere le persone, le aiutiamo a rialzarsi e le guardiamo negli occhi, e ci scopriamo più felici.
Sanguinosi attacchi terroristici di ogni tipo colpiscono ripetutamente la nostra famiglia umana per tutto il 2016. E ogni volta rispondiamo con un'unica voce: "Noi siamo uniti".
Dopo ogni attacco, i messaggi di solidarietà arrivano a migliaia da ogni angolo del pianeta. Il team li stampa su enormi cartelloni e li attacca per le strade di Nizza, Monaco, Kabul, Baghdad, Mogadiscio e Saint-Étienne-du-Rouvray. Insieme a candele, fiori e messaggi d'amore, gli abitanti di queste città possono così ritrovarsi come una sola comunità e sentire il calore della nostra vicinanza in questi giorni bui.
Viviamo in un'epoca buia, ma se lasciamo vincere la paura, lasciamo vincere i terroristi. Se restiamo uniti, se ci rifiutiamo di farci dividere, se ci rifiutiamo di abbandonare il nostro modo di vivere, non potranno mai vincere.
L'Europa sta dando una risposta inadeguata alla crisi dei rifugiati, così Avaaz raccoglie 1 milione e 200mila firme da tutto il mondo e le porta direttamente a chi deve farsi carico di prendere una decisione, dai rappresentanti dei paesi più importanti alla Commissione Europea all'Europarlamento. In 65mila mandiamo messaggi personali ai ministri coinvolti.
Quando, dopo settimane di stallo, scopriamo che Polonia, Austra e Spagna stanno bloccando un accordo, inondiamo i loro ministri di telefonate e i nostri volontari realizzano un video-messaggio dai cittadini siriani direttamente al ministro per i rifugiati spagnolo, che viene ripreso da tutti i media. Dopo la tragica morte del piccolo Alan Kurdi, andiamo con sua zia a Bruxelles per far sentire il suo messaggio e consegnare la petizione. La sua emozione colpisce tutti, compreso l'Alto rappresentante dell'UE per gli affari esteri, che chiede a tutti di "dare davvero ascolto" alle sue parole.
Spero che tutti noi... diamo davvero ascolto oggi alle parole che abbiamo appena sentito, che secondo me sono le più importanti oggi...
Dopo i terribili attacchi sui civili di Gaza del 2014, quasi 2 milioni di avaaziani rivolgono un appello a 6 grandi aziende affinché smettano di trarre vantaggi economici dall'occupazione militare israeliana in Palestina.
Il nostro movimento scrive ai CEO, manifesta da Londra a Ramallah, incontra esponenti governativi e delle aziende, e fa pressione su altri paesi affinché taglino i rapporti con le aziende. Si uniscono a noi anche l’arcivescovo emerito Desmond Tutu, l’attore inglese Russell Brand, e altre organizzazioni. E 3 aziende su 6 ritirano gli investimenti!! Nella lotta per la libertà e la pace, questa tattica sta funzionando.
I quasi 2 milioni di avaaziani che si sono uniti alla lotta per la fine dell'occupazione ha dimostrato a Israele che le persone che vogliono mettere fine a questa oppressione sono sempre di più.
Dopo anni di rifiuto assoluto, finalmente otteniamo che Benetton risarcisca le vittime del crollo della fabbrica Rana Plaza in Bangladesh! Il tutto combinando un appello da un milione di firme, una grande presenza sui social network, cartelloni davanti al quartier generale di Benetton e intense negoziazioni con i dirigenti dell’azienda.
Benetton ci ha anche risposto, ringraziando Avaaz e impegnandosi a versare 1 milione e 100mila dollari per il nuovo regime di compensazione! Il fondo di risarcimento verrà poi coperto al 100% da altre compagnie, cambiando per sempre le vite dei lavoratori e delle loro famiglie.
Sono fiero di annunciare che abbiamo contribuito a concludere la raccolta fondi del Rana Plaza Trust Fund con una donazione di 1 milione e 100mila dollari... Vi riconosciamo un ruolo importante e positivo nel processo che ha portato a questo risultato.
In seguito ai terribili attacchi terroristici a Parigi e Beirut, i membri di Avaaz inviano migliaia di messaggi di solidarietà agli abitanti di queste città, esprimendo la loro vicinanza da tutto il mondo.
Queste parole di solidarietà e di speranza vengono poi stampate su migliaia di manifesti appesi nelle due città per contrastare l'odio, la paura e le divisioni che politici come Donald Trump, Marine Le Pen e tanti altri cercano di diffondere.
Di fronti a momenti tragici come questi, abbiamo due scelte: dividerci o restare uniti. La comunità di Avaaz sceglie di reagire unita alla violenza e all’intolleranza.
Non ci faremo sconfiggere dall’odio. Rimarremo uniti. Rimarremo umani. Sarà quella la nostra vittoria più grande.
Dopo 20 anni di campagna da parte di comunità indigene e gruppi locali per proteggere la foresta pluviale peruviana, la nostra comunità contribuisce alla volata finale grazie al peso della sua influenza internazionale.
Pochi giorni dopo aver ricevuto la nostra petizione affinché firmasse un disegno di legge per proteggere questa zona, e dopo la pressione di migliaia di persone da tutto il mondo su Twitter e Facebook, il Primo Ministro peruviano dichiara la #SierraDelDivisor un parco nazionale!
Il Ministro dell’Ambiente Manuel Pulgar Vidal sottolinea l’importanza de "la voce di oltre un milione di persone in Perù e nel resto del mondo che hanno appoggiato il Governo". Ora questa foresta pluviale unica e le specie a rischio che ospita saranno protette.
La partecipazione della società civile, in Perù e nel resto del mondo, ha finalmente dato i suoi frutti. Vorrei ringraziare in particolare Avaaz. Oggi la società civile, il Governo, i settori dell’Economia e le comunità locali lavoreranno insieme per elaborare un piano generale per la Sierra del Divisor.
Dopo un orribile stupro di gruppo avvenuto in una scuola, 24mila avaaziani in Sudafrica chiedono riforme scolastiche su larga scala e, assieme ad altri gruppi, aprono un dialogo con il Dipartimento dell’Istruzione sudafricano per apportare dei cambiamenti.
La Ministra sudafricana accetta di applicare tutte le richieste della nostra campagna, compresa la formazione dei maestri in etica, cittadinanza e diritti umani.
C’è stato un ampio sostegno pubblico, come si può vedere dalla campagna online firmata da oltre 24mila persone. Una priorità assoluta per il Dipartimento è far sì che le scuole siano un luogo sicuro per gli alunni in ogni momento, e questi nuovi propositi si basano sul lavoro che si sta già svolgendo in questo campo.
Dicevano che era impossibile. Far sì che i presidenti di Regione sfidassero Renzi per proibire le trivellazioni sulle coste. Eppure, in collaborazione con il fantastico movimento “No Triv”, la nostra comunità si mobilita e consegna oltre 90mila firme direttamente a un incontro cruciale, spingendo 10 consigli regionali a convocare un referendum nazionale - il primo del genere in Italia!
Sotto pressione per il referendum e l'opinione pubblica, il governo fa marcia indietro cedendo a quasi tutte le richieste e fermando in pratica le nuove trivellazioni. La richiesta di fermare anche le piattaforme esistenti viene quindi messa a referendum e anche se non si raggiunge il quorum, più di 15 milioni di cittadini votano e l'85% si esprime contro le trivellazioni!
Grazie a tutte le organizzazioni internazionali presenti oggi, sappiamo che la lotta contro la trivellazione in mare aperto non è locale e isolata, è molto più ampia e la porteremo avanti su tutti i nostri mari e le nostre coste.
In Marocco, dopo che due donne vengono aggredite e portate in tribunale per aver indossato un vestito non tradizionale, un membro indignato di Avaaz lancia una petizione e, in poche settimane, la sua chiamata in difesa del diritto delle donne a poter prendere le proprie decisioni raccoglie più di 30mila firme.
Rilanciamo la campagna sui social media per attirare l’attenzione pubblica e presto i social network si riempiono di foto di uomini marocchini con abiti femminili a favore della campagna. Il giorno della sentenza ci sono manifestazioni non violente davanti al tribunale. Entrambe le donne sono dichiarate innocenti e i loro aggressori finiscono invece a giudizio.
Le donne accusate hanno vinto oggi la loro libertà solo grazie alla grande mobilitazione dell’opinione pubblica.
Appena i massimi dirigenti della FIFA vengono arrestati, Avaaz entra in azione lanciando una petizione globale e inviando subito un team a Zurigo per esporre un'enorme prigione simbolica per il presidente Sepp Blatter davanti ai mass media e chiedere le sue dimissioni.
Le nostre immagini aiutano milioni di persone a capire meglio la vicenda, finendo sui telegiornali di 41 Paesi e su centinaia di pubblicazioni cartacee e online. Blatter annuncia le sue dimissioni e il team di Avaaz a Zurigo viene invitato dalle autorità del Qatar per discutere delle condizioni da schiavi dei lavoratori in preparazione dei Mondiali del 2022.
Per anni l’esercito indiano ha ucciso in silenzio i suoi vecchi e stanchi cavalli e cani, nonostante gli anni di fedele servizio in pericolosi conflitti. Quando lo scopriamo, migliaia di avaaziani insieme all'Animal Welfare Board of India fanno pressione sul Ministero della Difesa per salvare queste fedeli creature.
Molti scrivono direttamente al Ministero della Difesa arrivando ad offrire alloggio ai cani in pensione. A poche settimane dalla campagna, l’esercito indiano chiede all'Animal Welfare Board of India di mettere a punto un piano di riabilitazione. Il Ministero della Difesa concede i fondi e annuncia ufficialmente la fine della brutale politica di "eutanasia caritatevole"!
A coloro che, oltre a firmare la petizione, si sono disturbati a scrivere queste email al Governo: siamo davvero, davvero riconoscenti. Grazie.
A Venezia, i costruttori edili e le compagnie di navi da crociera vogliono costruire un nuovo, devastante canale per permettere alle enormi navi da crociera di arrivare fin dentro al centro della città. Ma il Governo ha l’ultima parola sul progetto e quindi, quando il Presidente del Consiglio Renzi arriva in città, il team di Avaaz gli si presenta lì e gli consegna quasi 100mila firme contro il progetto.
E dopo che migliaia di cittadini scendono per le strade e i canali della città, il progetto del canale Contorta viene finalmente abbandonato!
Il nostro intento è quello di salvaguardare Venezia e la sua laguna.
Quando il Nepal viene colpito da un terribile terremoto, gli avaaziani si uniscono e in poche ore raccolgono l'incredibile cifra di 2 milioni e mezzo di dollari, rapidamente distribuiti a una decina di bravissimi gruppi locali che forniscono riparo, assistenza medica e forniture di emergenza nelle aree più colpite.
Gli aiuti economici raccolti dalla nostra comunità saranno tra i primi (e a volte gli unici) a raggiungere i villaggi distrutti.
Siamo estremamente grati ad Avaaz per averci fornito sostegno già meno di 72 ore dopo il terremoto. Come risultato, 80mila persone hanno potuto avere una protezione migliore contro i monsoni. Avete salvato delle vite in un momento terribilmente difficile per questo paese.
Dopo l'annuncio che il pessimo politico inglese Andrew Lansley potrebbe diventare il prossimo responsabile delle Nazioni Unite per le missioni umanitarie, lanciamo una campagna per richiedere trasparenza e l’applicazione del principio della meritocrazia.
La facciamo pubblicare sulla prima pagina del Financial Times, incontriamo il Capo del Personale dell’ONU e altri funzionari ONU, e infine montiamo una campagna in tempi record per convincere Ban Ki-moon a non nominare Lansley. Alla fine, il Segretario Generale respinge la sua candidatura.
E poi è arrivata Avaaz. 70mila cittadini britannici hanno firmato una petizione che chiedeva a Cameron di ritirare la candidatura di Lansley, e 16mila hanno scritto al Segretario Generale dell'ONU per chiedergli di respingere la candidatura di Lansley. Sembra che la pressione abbia funzionato.
Quando la polizia di Londra si rifiuta di chiudere le strade per una marcia per il clima, suggerendo agli organizzatori di contrattare un’azienda privata pagando migliaia di sterline, la comunità di Avaaz entra in azione.
Più di 60mila persone firmano per dire "no" alla privatizzazione del diritto alla protesta, firme che sono consegnate alla polizia dagli organizzatori della marcia. Dopo la tempesta mediatica che ne consegue, il sindaco di Londra Boris Johnson critica pubblicamente la posizione della polizia, invitandola a fare la cosa giusta. Qualche giorno prima della marcia, le forze dell’ordine tornano sui loro passi e accettano di mandare dei funzionari alla manifestazione, garantendo il nostro diritto di cittadini all'espressione.
Ringraziamo Avaaz per aver garantito che il diritto di protesta resti per tutti noi un diritto fondamentale della democrazia. Grazie alla petizione, non dovremo più contrattare un’azienda privata per regolare il traffico durante la protesta. Ci ha aiutato ad ottenere l’appoggio della gente di cui avevamo bisogno per sfidare le autorità in questo momento cruciale.
Il Congresso messicano sta cercando di far passare in silenzio uno scandaloso disegno di legge che permette alle multinazionali di inquinare l’intera risorsa idrica del Paese e rende illegale la ricerca accademica sui livelli di inquinamento.
Quando ce ne accorgiamo, avviamo un’enorme campagna pubblica con l’aiuto di partner fondamentali e lanciamo una grande petizione, riempiendo le strade di gente e attirando l’opinione dei mass media finché i politici non possono più ignorarli. Nella successiva votazione del Congresso, la legge viene bocciata: l’acqua del Messico è salva.
La campagna di Avaaz ha aiutato molto, informando e mobilitando la gente per mettere pressione sui nostri rappresentanti. Non credevamo davvero di poter fermare questa legge!!
In Germania, il gruppo di estrema destra Pegida organizza diverse marce xenofobe: i membri di Avaaz si riuniscono allora per rispondere con amore a questa orribile dimostrazione di odio.
Insieme costruiamo un "muro dell’amicizia" su cui i cittadini tedeschi, senza distinzione di religione o contesto sociale, pubblicano foto che poi porteremo alle manifestazioni di Dresda e Berlino: una vera e propria esplosione dell’hashtag #MitDir, "con te". La campagna contro il messaggio di divisione di Pegida è molto efficace e culmina con un festival della diversità alla Porta di Brandeburgo, dove per un giorno intero poeti, musicisti e cantanti si riuniscono per festeggiare la nostra comune umanità.
#MitDir ha un messaggio chiaro: vogliamo una Germania diversa. Un Paese che permetta più di un punto di vista. Un Paese che dibatta e discuta. Un Paese costruito assieme, non gli uni contro gli altri.
Alcuni membri di Avaaz hanno la geniale idea di lanciare una campagna per un giorno senza auto a Parigi, un gesto simbolico in vista del vertice sul clima a fine 2015.
Con il sostegno del team, a poche ore dalla pubblicazione della campagna ottengono dal Comune l'annuncio che la "giornata senza auto" si terrà a settembre. E non solo: la giornata viene ripetuta anche l'anno seguente!
La petizione e i messaggi sono stati decisivi per convincere la sindaca di Parigi: avremo una giornata senza macchine nel 2015! Vogliamo che questa giornata passi alla storia come un esempio virtuoso.
Nelle ore successive al tremendo attacco agli uffici di Charlie Hebdo nel centro di Parigi, Avaaz lancia un appello per una Francia unita, per rispondere al terrorismo con amore e speranza.
La campagna diventa la più grande che abbiamo mai realizzato in Francia: in poche ore raccoglie più di 800mila firme, portate poi alla gigantesca marcia di Parigi per la solidarietà. #JeSuisCharlie
Gli attentati di Charlie Hebdo mi hanno suscitato due reazioni: lo shock di un atto folle e incomprensibile, e, soprattutto, il bisogno impellente di difendere i nostri valori. Grazie ad Avaaz e alla protesta, ho capito che milioni di persone condividono lo stesso spirito, e che la risposta collettiva offerta da Avaaz è fondamentale per difenderci dalle nostre paure.
Dopo 14 mesi di campagne in Brasile contro la corruzione dilagante, otteniamo una vittoria storica: le donazioni delle grandi aziende ai partiti vengono dichiarate incostituzionali!
Le manifestazioni degli avaaziani hanno tenuto viva la campagna nelle strade. La campagna prevedeva di fare causa alla Corte Suprema e di assillare i ministri della giustizia per dire basta alle elezioni comprate, e abbiamo vinto!
Quasi un milione di Avaaziani si uniscono alla causa per creare il corridoio ambientale più grande del mondo, e proteggere 135 milioni di ettari di foresta amazzonica, 4 volte le dimensioni dell’Italia!
Poi, 78mila donano per finanziare una campagna di pressione sui Governi di Brasile, Venezuela e Colombia perché appoggino il progetto. Il primo passo è quello di finanziare l'incontro di 25 leader indigeni dei tre Paesi, per la prima volta, per trovare un accordo su una strategia regionale ed internazionale per promuovere il corridoio in Amazzonia. Adesso lavoreremo a stretto contatto con loro per portare avanti questa riserva nei tre Paesi. Gli esperti dicono che se vinciamo sarà una svolta storica nella lotta alla deforestazione sfrenata.
Grazie Avaaz per il sostegno incondizionato nell'organizzare il primo incontro di sempre tra i leader indigeni dell'Amazzonia, affinché possiamo discutere insieme del nostro futuro. Abbiamo trovato in Avaaz un vero amico, e un alleato che ci tratta da eguali, con onestà e un interesse genuino nell'ascoltarci e nel far sì che la nostra voce sia ascoltata.
Al "no" secco del Primo Ministro australiano Tony Abbott ad aiutare i rifugiati siriani, la nostra comunità in Australia decide di non perdere la speranza e lancia una petizione per arrivare all'ambiziosa cifra di 20mila nuovi rifugiati accolti.
La storia fa il giro dei media e migliaia di cittadini chiamano direttamente i loro rappresentanti: l'Australia decide di accogliere altri 12mila rifugiati siriani e iracheni e di donare 44 milioni di dollari all'UNHCR.
Un numero enorme di rifugiati disperati che cerca di arrivare in europa si sta trovando di fronte solo porte chiuse. Avaaz risponde lanciando una rete europea di volontari.
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Più di 6600 di noi si offrono di dare aiuto in progetti in tutto il continente, In Grecia, Malta e Italia i volontari aiutano le famiglie appena sbarcate ad integrarsi. In Germania e Francia, i membri di Avaaz accolgono i rifugiati nelle loro case. In Gran Bretagna, aiutano i siriani a sistemarsi in una nuova realtà.
Ho scelto di offrirmi come volontaria perché mi rifiuto di vedere l'Europa che chiude le sue frontiere e porta avanti una guerra contro i migranti. Credo che la solidarietà sia vitale per ogni essere umano, e che la verà solidarietà possa esistere proprio tra le persone, tra gli esseri umani.
All’inizio del 2014 la nostra comunità si dà un obiettivo apparentemente pazzesco: organizzare la mobilitazione contro il cambiamento climatico più grande di sempre, con migliaia di persone in marcia per le strade di New York per spronare i leader mondiali ad agire. E il 21 settembre accade davvero.
Quel giorno, più di 400mila persone marciano a Manhattan e altre centinaia di migliaia si mobilitano in più di 2mila città in tutto il mondo. Siamo su tutti i giornali. Marciano più di 18 ministri e il Direttore esecutivo di Avaaz Ricken Patel presenta una petizione con più di 2 milioni di firme al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, proprio durante la marcia di New York, per chiedere il 100% di energia pulita in tutto il mondo.
La mobilitazione spinge i leader, durante il vertice ONU che si tiene pochi giorni dopo, a riconoscere la pressione arrivata dai cittadini di tutto il mondo. Obama aggiunge: "I nostri cittadini continuano a marciare, dobbiamo rispondere al loro appello". Nei mesi successivi, facciamo costantemente pressione sui governi per alzare l'obiettivo e abbracciare il sogno di un mondo alimentato al 100% da energie pulite. Scopri di più leggendo questa pagina.
Le marce hanno hanno portato per le strade un numero di persone mai visto prima, grazie anche alla forza organizzativa del gruppo di pressione online di Avaaz.
Il parlamento Brasiliano inizia a discutere una nuova legge su internet, e l'ex Ministro della Cultura e artista internazionale Gilberto Gil decide di lanciare una petizione su Avaaz per chiedere la difesa della neutralità della rete.
Più di 330mila avaaziani in Brasile lo appoggiano e tempestano i senatori e i deputati responsabili di migliaia di email e messaggi su Facebook, chiamando direttamente gli uffici e minacciando di cambiare il loro voto alle prossime elezioni in base all'esito delle discussioni.
Quando la petizione viene consegnata a 10 senatori-chiave, il Senato approva all'unanimità il "Marco Civil da Internet", la legge più avanzata al mondo a difesa dell'accesso equo a internet.
Questo movimento è nato dalla forza della società civile, e la comunità di Avaaz è una delle tante espressioni che ci hanno aiutato a trasformare questo disegno di legge in realtà.
Dopo infiniti temporeggiamenti e difficoltà, i leader europei hanno finalmente accettato di ridurre le emissioni di gas serra di "almeno" il 40% entro il 2030. Quella semplice parola è cruciale nella corsa per salvare il pianeta poiché stabilisce un tetto minimo per i prossimi impegni che i capi mondiali si assumeranno durante il Summit per il clima a Parigi nel 2015.
In collaborazione con altri gruppi, gli avaaziani contribuiscono a questo risultato grazie a decine di migliaia di messaggi ai capi di stato, sondaggi sul clima fatti in tutto il continente, un forte messaggio pubblicitario pubblicato su un quotidiano polacco e un appello ad agire da parte di vari economisti, tra cui Thomas Piketty del Financial Times – tutte iniziative di grande impatto.
Dopo anni di azioni europee per il clima inefficaci, il taglio delle emissioni è di nuovo una delle priorità dei nostri politici.
Desidero ringraziare i milioni di persone che si sono unite ad Avaaz nello sforzo di aumentare la pressione sui politici mondiali affinché agiscano adesso, e non domani. Senza il sostegno del pubblico sarà impossibile fermare il cambiamento climatico. Continuate così e non abbassate mai la guardia!
Quando la sedicenne marocchina Amina si suicida dopo essere stata costretta a sposare il suo stupratore, 1 milione e 200mila avaaziani si uniscono per chiedere al Marocco l'abolizione dell'Articolo 475 del codice penale, in base al quale gli stupratori possono evitare di essere perseguiti se sposano le proprie vittime.
Alla viglia di una votazione cruciale, consegniamo la petizione direttamente al Presidente della Camera, e il parlamento alla fine vota per l'abolizione dell'articolo!
Grazie a voi abbiamo ottenuto una grande vittoria e un importante passo avanti. Voglio congratularmi e rendere omaggio alla squadra di Avaaz e a tutti i suoi membri per questa grande iniziativa di solidarietà.
Sono 20 anni che il governo della Tanzania cerca di espropriare i Masai delle loro terre per far posto a re e principi mediorientali che vogliono cacciare indisturbati.
I membri di Avaaz finanziano degli annunci di forte impatto sui giornali locali per denunciare il governo, chiamano la CNN e Al Jazeera per documentare quanto sta accadendo e sostengono i capi tribali che si sono accampati fuori dall'ufficio del Primo ministro per tre settimane, costringendolo alla fine a dare loro ascolto.
Quando a ottobre veniamo a sapere che il governo vuole rimangiarsi la parola, torniamo alla carica con oltre 2 milioni e 200mila firme e ci rivolgiamo ai social media per costringere il presidente della Tanzania a promettere su Twitter che il governo "non caccerà mai il popolo Masai dalle loro terre ancestrali".
In seguito, finanziamo il primo anno delle operazioni necessarie a creare un'area protetta che permetta ai Masai di unire le loro terre per proteggere il loro ambiente. La comunità si trasforma in positivo: più lavoro, miglior assistenza sanitaria, energia pulita e difesa della natura. Anche elefanti e giraffe stanno ritornando nella zona!
A nome delle organizzazioni della società civile di Ngorongoro e della comunità Masai, siamo enormemente grati per il sostegno che Avaaz ci ha dato in moltissimi modi nella lotta per salvare le terre della nostra comunità... non riesco a credere all'effetto positivo che ha avuto questa campagna.
Appena pochi giorni prima delle elezioni europee, il governo greco cerca di far passare una subdola bozza di legge che permetterebbe alle società private di cementificare e sfruttare le meravigliose coste del paese. Nel giro di poche ore, i membri di Avaaz si mobilitano a migliaia per impedirlo.
In collaborazione con il WWF, Avaaz consegna 150mila firme direttamente al Ministero delle finanze. Le nostre azioni sono riprese dai media, arrivando così al cuore del dibattito pre-elettorale. Tra l'indignazione e lo scalpore mediatico, il governo è costretto a fare marcia indietro e a ritirare la proposta.
L'incredibile mobilitazione da parte di Avaaz è andata oltre i soliti appelli populisti e merita una menzione d'onore.
In un periodo in cui la disoccupazione in Italia è a livelli senza precedenti, i membri di Avaaz si indignano all'annuncio del governo di voler spendere 14 miliardi di euro per i caccia F35. In quella che diventerà la campagna di Avaaz più grande di sempre nel Paese, quasi 500mila italiani si attivano contro la decisione di usare il denaro dei contribuenti per questi nuovi jet.
Centinaia di avaaziani partecipano a un in sit-in per opporsi ai piani di spesa. Con un'ampia copertura mediatica, consegnano ai parlamentari membri della Commissione difesa più di 472mila firme. Otteniamo così dal governo un'investigazione sul sistema degli armamenti e sulla spesa militare, che porta all'approvazione da parte della Camera di una risoluzione che vincola il governo a dimezzare il budget originario, risparmiando 7 miliardi di euro!
Sono d'accordo con il dissenso dei cittadini che hanno firmato la petizione. In un periodo così difficile per il nostro Paese, è necessario razionalizzare le spese nel settore della difesa.
La nostra comunità si unisce all'enorme battaglia per la fine della losca pratica del "voto segreto" in Italia.
Partecipiamo a Roma a una clamorosa iniziativa tutti nudi per esporre la necessità di votazioni aperte senza nulla da scondere. Migliaia di avaaziani inviano messaggi direttamente ad un senatore chiave per la votazione, fino a fargli cambiare idea. Così sconfiggiamo il voto segreto e contribuiamo all'espulsione di Berlusconi dal parlamento.
Il mio ruolo mi impone di essere imparziale, ma è fondamentale per chi come me rappresenta le istituzioni ricevere e ascoltare la voce dei cittadini.
Una minaccia enorme. Questo mostro avrebbe potuto uccidere milioni di persone, ha minacciato il mondo intero. Ma il mondo si è unito per fermarlo. Cosa abbiamo fatto?
Per prima cosa, la nostra comunità ha donato 2 milioni e 500mila dollari alle migliori operazioni di soccorso che lavoravano in prima linea e che, grazie alla velocità dei nostri aiuti, hanno potuto salvare molte vite. Poi, oltre 4mila di noi si sono offerti di andare in Africa occidentale per mettere a disposizione le nostre conoscenze e aiutare nella battaglia.
I volontari di Avaaz hanno ruoli fondamentali: combattono la trasmissione del virus dal paziente al medico nei centri di trattamento, e costruiscono le infrastrutture necessarie con oltre una dozzina di membri che lavorano sul campo.
La sconfitta dell’Ebola è una grande vittoria per l’umanità. Ma ancora più importante è che l’impegno della nostra comunità ha dimostrato che ovunque la gente è disposta a rischiare tutto per aiutare altre persone in crisi dall'altra parte del mondo. Questo fa di noi una comunità davvero speciale. Adesso è più chiara che mai l’importanza degli investimenti in salute pubblica in Africa occidentale.
Siamo molto riconoscenti per il vostro aiuto e per la flessibilità con cui ci avete permesso di utilizzare i fondi. Questa flessibilità è stata fondamentale.
Realizziamo una delle nostre idee più ambiziose di raccolta fondi quando oltre 90mila membri di Avaaz fanno una donazione per comprare 157 ettari di foresta pluviale nel Borneo malese. Un'area ricchissima di biodiversità che riunisce varie aree protette, cruciali per la creazione di corridoi biologici per la migrazione stagionale.
L’area era stata presa di mira da alcune aziende che volevano distruggere la foresta del Borneo per arricchirsi con piantagioni di palma da olio. Comprandola, contribuiamo a proteggere i 700 esemplari in via di estinzione dell’orango del Borneo e 300 elefanti pigmei. La nostra organizzazione partner, Rainforest Trust, istituisce un fondo per proteggere altre regioni come questa.
Con l’aiuto dei membri di Avaaz, il nostro progetto nel Borneo malese protegge l’ultimo pezzo di foresta pluviale su un corridoio rivierasco brulicante di fauna selvatica, tra cui l’elefante pigmeo, la scimmia nasica e il cuculo di terra del Borneo. È come viaggiare indietro nel tempo, per vedere com'era il Borneo prima delle piantagioni massive di palma africana da olio. Grazie.
Quando il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite decide di prendere in esame una risoluzione per far entrare in Siria i camion umanitari dell'ONU, bloccati sul confine turco, 20mila avaaziani in Russia chiedono con urgenza al governo russo di appoggiarla.
Il 2 luglio Avaaz consegna la petizione ai diplomatici russi: meno di due settimane dopo, la risoluzione viene approvata all'unanimità! Grazie ad essa, gli aiuti raggiungono migliaia di siriani senza altri impedimenti.
Il sostegno della Russia a questa risoluzione ha salvato migliaia di vite. I siriani vivono tuttora in una situazione disperata ed è cruciale un'azione decisiva da parte dell'ONU. Desidero ringraziare in modo particolare la comunità di Avaaz in Russia per la sua solidarietà con il popolo siriano.
Dopo oltre due anni di campagne ininterrotte, contribuiamo al divieto di utilizzo di pesticidi mortali per le api in Europa. Come? Inondando i ministri di messaggi, creando una petizione da oltre 2 milioni e 600mila firme, organizzando manifestazioni epocali con gli apicoltori e pupazzi gonfiabili a forma di api alti 5 metri, finanziando sondaggi d'opinione e molto, molto altro.
E ora iniziamo a vincere! L'Europa ha deciso di vietare alcuni dei peggiori pesticidi, almeno per il momento. Ma la battaglia non si ferma qui. Nel 2015, i membri di Avaaz raccolgono 800mila dollari per finanziare ricerche indipendenti negli USA e in Europa sull'impatto di questi veleni sui nostri campi. Quando bisognerà prendere la prossima decisione, noi ci saremo.
L'enorme petizione di Avaaz e la sua creatività nel portare avanti la campagna ci ha aiutati ad arrivare al traguardo.
Quando una quindicenne delle Maldive sopravvissuta ad uno stupro viene condannata alla flagellazione con l'accusa di aver fatto sesso con un altro uomo, oltre 2 milioni di avaaziani firmano una petizione per chiedere al Presidente Mohammed Waheed di intervenire sul caso della ragazza e di mettere fine per sempre alla pratica della flagellazione.
Avaaz fa pressione entrando in contatto con i più alti livelli del governo delle Maldive e diffonde un sondaggio secondo il quale il 92% degli abitanti del paese vuole una riforma delle leggi a tutela delle donne. Poi lancia una campagna pubblicitaria mirata a colpire l'industria del turismo. Finalmente, l'Alta Corte dice di no all'assurda pena della flagellazione.
Il contributo di Avaaz è stato l'elemento fondamentale per rovesciare la condanna alla flagellazione; una petizione firmata da milioni di persone, una visita nel paese, un sondaggio di opinione pubblica... sono stati tutti utilissimi. Spero che Avaaz continui a chiedere riforme nelle Maldive.
In vista del vertice del G8, decidiamo di sfidare i sistemi con cui aziende e individui truffano ed evadono le tasse. Lanciamo un'enorme campagna che viene sostenuta da 800mila avaaziani e con l'appoggio del cantante Baaba Maal, Save the Children, ActionAid e altri gruppi consegnamo il nostro appello a David Cameron, presidente di turno del G8.
La nostra lettera, firmata da 21mila rappresentanti di aziende, presenta l'appello come un'iniziativa a favore sia delle imprese che dei cittadini, facendo cambiare posizione a Germania e Canada, ottenendo un accordo che può far finalmente collaborare i governi contro l'evasione fiscale. La "Dichiarazione di Lough Erne" non contiene misure specifiche, ma ci dà ora uno strumento di pressione enorme per esigere dai governi il blocco dei regimi fiscali ai margini della legalità.
Avaaz e l'organizzazione "Canadians for Tax Fairness" sostengono che il Canada stia "resistendo" ai tentativi di combattere i paradisi fiscali e l'evasione nel prossimo G8. Questo è falso. I fatti sono chiari: il Canada sostiene l'obiettivo del Primo Ministro Cameron nel raggiungere un accordo del G8 su questi temi.
Dopo il crollo di una fabbrica di vestiti che causa oltre mille morti, Avaaz inizia a collaborare con sindacati locali in Bangladesh per arrivare due giganti della produzione di vestiti. L'obiettivo: fargli firmare un piano esecutivo per la sicurezza dei lavoratori che può diventare un modello per tutto il mondo.
Avaaz tappezza di messaggi le bacheche Facebook di H&M e di GAP, poi un giornale svedese rifiuta di pubblicare una nostra pubblicità di denuncia sul capo di H&M, e si scatena un dibattito che porta un dirigente anziano dell'azienda a parlare direttamente con noi al telefono. 3 giorni dopo, accettano di firmare il piano, spingendo altre 75 marche a seguire il loro esempio.
Non c'è dubbio per me sul ruolo determinante di Avaaz nel convincere H&M a firmare l'accordo.
La crisi in Siria ha avuto effetti devastanti non solo per i civili del paese, ma anche per gli studenti residenti all'estero. Nel Regno Unito, oltre 600 studenti siriani erano in difficoltà con i pagamenti delle tasse universitarie, e molti atenei avevano iniziato a espellerli. Una campagna per questi studenti in difficoltà ha portato una nuova speranza.
Sostenuta da 48mila avaaziani, insieme a un'enorme copertura mediatica e pressione sui funzionari del governo e sulle università, la campagna ha convinto le università a rinunciare alle tasse e a concedere dei sussidi. Le spese degli studenti sono stati sostenute da donatori indipendenti e il governo ha preso in considerazione il progetto di una rete di sicurezza per gli studenti provenienti dalle università straniere. Ora, tanti di quegli studenti siriani stanno per terminare gli studi.
Questa campagna è incredibile: il pagamento delle mie tasse è stato posticipato e ho avuto accesso a dei sussidi d'emergenza. Finalmente posso dedicarmi ai miei studi, e un giorno potrò tornare a ricostruire il mio paese. Grazie, Avaaz!
Durante gli 11 anni del conflitto in Afghanistan, gli interpreti locali hanno aiutato le truppe e gli operatori umanitari a comunicare con la popolazione. Molti sono rimasti feriti o uccisi mentre svolgevano il loro lavoro, e ora i talebani sono sulle tracce dei sopravvissuti per ucciderli. Un interprete, Abdul, decide di lanciare una campagna per chiedere al governo britannico asilo per lui e i suoi colleghi.
In breve tempo, Abdul riceve l'appoggio di 80mila persone nel Regno Unito. Avaaz collabora con ex-generali e parlamentari per massimizzare la diffusione della campagna sui media. Alla fine, il governo offre asilo a circa metà degli interpreti salvando loro la vita, e la battaglia per gli altri continua.
Abbiamo rischiato tutto per fare questo lavoro. Sono felice che il governo britannico abbia riconosciuto gli sforzi e i sacrifici che abbiamo fatto per loro.
Sevil Sevimli, studentessa franco-turca in erasmus a Instanbul, viene arrestata per la partecipazione a una manifestazione di sinistra per il primo maggio. Per quasi 10 mesi vive un incubo nelle aule giudiziarie turche e non le è permesso di tornare a casa.
Infuriati per il suo fermo crudele e arbitrario, i suoi amici lanciano una petizione sul sito della comunità di Avaaz e più di 136mila avaaziani la firmano. La famiglia di Sevil riesce poi a incontrare l'ambasciatore francese per i diritti umani, aumentando la pressione sulla Turchia, che infine libera Sevil e la lascia tornare in Francia!
La petizione mi ha aiutata a tenere viva la speranza mentre ero in prigione.
Se il presidente omofobo della commissione per i diritti umani del parlamento del Costa Rica invita un dottore alla Camera per farlo parlare di come "curare" l'omosessualità, gli avaaziani non staranno zitti.
Sul sito delle petizioni della comunità viene lanciata subito una campagna che chiede le sue dimissioni e raggiunge in poco le 25mila firme. Al suo rifiuto di dimissioni, la campagna viene consegnata direttamente al presidente della Camera, presenti tutti i media, il quale impegna se stesso e il suo partito a non rinnovare l'incarico del deputato omofobo - che poche settimane dopo viene rimosso!
Il 29 novembre l'ONU vota a grandissima maggioranza a favore del riconoscimento della Palestina come 194° stato del mondo. È un'enorme vittoria per il popolo palestinese e per la pace, e la nostra comunità ha un ruolo cruciale nella storia. Quasi 1,8 milioni di noi firmano la petizione per chiedere il riconoscimento e in tantissimi donano per finanziare sondaggi che mostrano che il 79% dei cittadini nei Paesi europei decisivi per il voto sono d'accordo.
Davanti alla Commissione EU a Bruxelles, viene alzata un'enorme bandiera alta 4 piani. Nelle "stanze dei bottoni", lo staff e i membri di Avaaz illustrano la richiesta a ministri e parlamentari mentre migliaia di messaggi arrivano via email, Facebook e Twitter.
Nelle ore finali prima del voto, i centralini dei ministri degli esteri e dei capi di stato vengono sommersi di chiamate dai membri di Avaaz. Il voto finale: 138 sì, 41 astenuti e solo 9 no. La nostra voce viene ascoltata e si fa un pezzo di storia, tanto che ora la bandiera palestinese sventola davanti al palazzo dell'ONU a New York.
Avaaz e i suoi membri in tutto il mondo hanno svolto un ruolo cruciale nel convincere i governi a sostenere la richiesta del popolo palestinese per uno stato e per la libertà e la pace... la loro solidarietà e il loro sostegno sarà ricordato e celebrato in tutta la Palestina.
Quando i talebani sparano alla quindicenne Malala Yousafzai, il mondo intero si indigna. Quasi un milione di noi chiede al governo del Pakistan di realizzare il suo sogno di dare un'istruzione a tutti investendo in un programma di borse di studio nazionali per portare nelle scuole tutti i bambini poveri in Pakistan.
Gordon Brown, inviato speciale dell'ONU per l'istruzione, consegna la nostra petizione direttamente al Presidente del Pakistan Zardari, che la firma personalmente! Quello stesso giorno, a un mese dall'attentato a Malala, il governo del Pakistan avvia un programma di sussidi allo studio per 3 milioni di bambini.
Credo che se lavoriamo tutti assieme per farci sentire, come hanno fatto i membri di Avaaz, possiamo iniziare a far diventare realtà la nostra promessa a Malala di una istruzione per tutti.
In risposta alla catastrofica legge approvata dal parlamento brasiliano per dare a taglialegna e agricoltori carta bianca per abbattere enormi pezzi di Amazzonia, oltre 2 milioni di avaaziani partecipano alla campagna che chiede alla presidente Dilma di non firmare la legge e salvare l'Amazzonia.
Grazie a un'alleanza con Greenpeace, WWF, alcune organizzazioni chiave in Brasile, e figure pubbliche di primo livello, il nostro messaggio viene consegnato durante una giornata incredibile di incontri ad alto livello con ministri chiave, e una colorata manifestazione nella capitale, Brasilia. E Dilma risponde, mettendo il veto su alcune delle parti più controverse della legge.
Una compagnia di costruzioni sta attirando lavoratori indiani in Bahrain con false promesse, poi gli toglie il passaporto e gli impedisce di tornare a casa. La nostra comunità, appena lo viene a sapere, si mette subito in azione.
Il fratello di un lavoratore morto suicida lancia una campagna sul sito delle petizioni della comunità per chiedere all'azienda di lasciar andare gli ultimi 100 lavoratori rimasti. In 20mila rispondiamo all'appelllo chiedendo ai partner commerciali della compagnia di aiutarci ad alzare la pressione. In pochi giorni riusciamo a fare quello che era riuscito al governo indiano per 7 anni: l'azienda lascia tornare a casa i lavoratori e si impegna a non impedire mai più spostamenti ai suoi dipendenti.
Tutto ciò non sarebbe successo senza Avaaz.
Elaborato in segreto da un piccolo gruppo di ricchi paesi e corporazioni, ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement, "Accordo commerciale anticontraffazione") vuole dare a potenti multinazionali la possibilità di controllare e censurare Internet. Ma appena i dettagli vengono alla luce, più di 2 milioni di membri di Avaaz chiedono al Parlamento europeo di lavorare per un Internet libero e aperto e di bocciare ACTA.
La petizione crescerà poi fino a quasi 3 milioni di firme, e viene consegnata direttamente a Bruxelles. Quando il voto finale sbarra la strada alla legge, il comunicato stampa del Parlamento europeo annuncia il risultato citando la petizione di Avaaz come un fattore chiave!
Sono rimasto molto impressionato dalla petizione di 2,8 milioni di persone di Avaaz che ha consegnato recentemente al Parlamento europeo. Le preoccupazioni dei cittadini sono state tenute attentamente in considerazione dal Parlamento Europeo.
Migliaia di avaaziani in Australia contribuiscono alla creazione della più grande rete di aree marine protette del mondo. E questo dopo l'apertura di una consultazione pubblica sulla proposta del parco marino nazionale, che compagnie minerarie e la lobby della pesca hanno fatto di tutto per fermare.
Ma la nostra risposta è una lettera aperta al ministro dell'Ambiente, sottoscritta da centinaia di migliaia di cittadini, e un numero record di messaggi alla consultazione pubblica: 30mila commenti a favore della proposta! Il governo non ha più dubbi sulla posizione popolare. I cittadini australiani, sostenuti dalla nostra comunità globale, danno così al governo il mandato di proteggere questo importante pezzo di barriera corallina dalle mire delle multinazionali minerarie, del petrolio e del gas.
Già nel 2008 ci siamo battuti per un bando delle mine a grappolo - esplosivi a forma di giocattolo che uccidono bambini curiosi anche anni dopo la fine di un conflitto. Branislav Kapetanovic, sopravvissuta a una di queste esplosioni, aveva mandato un messaggio video a tutti gli avaaziani, scatenando un'ondata di 164mila e 272 messaggi ai leader mondiali per chiedere un bando internazionale, senza scappatoie né ritardi. Più di 100 nazioni firmarono un trattato molto ambizioso in materia, e i negoziatori ci confermarono poi che i messaggi degli avaaziani avevano fatto una reale differenza.
Tre anni dopo, alcuni paesi produttori cercano di sovvertire il bando, ma noi siamo pronti. Lavorando assieme ai nostri amici della Cluster Munition Coalition (CMC), in più di mezzo milione ci schieriamo dalla parte delle vittime delle bombe a grappolo e ricordiamo ai governi di votare seguendo la loro coscienza. E lo fanno. Il bando rimane in vigore e il nostro contributo, secondo i nostri alleati del CMC, è decisivo.
Le bombe a grappolo erano state vietate dalla convenzione del 2008. Le campagne di Avaaz, allora come oggi, hanno aggiunto una pressione fondamentale sulla comunità internazionale per vietare queste armi che uccidono in modo indiscriminato.
La comunità di Avaaz è al fianco del popolo siriano sin dall'inizio. Quando ancora i media internazionali non riescono neanche a entrare nel PAese, 60mila avaaziani donano milioni di dollari di aiuti e strumentazione per le comunicazioni ai manifestanti pacifici, creando un nuovo modello di giornalismo dal basso che aggirare l'oscuramento mediatico di Assad generando decine di migliaia di articoli e resoconti.
E quando la situazione diventa critica, la nostra comunità invia cibo, medicine e sostegno umanitario a coloro che ne hanno un disperato bisogno. Ancora oggi, continuiamo a fare pressioni sui governi di tutto il mondo per intraprendere le azioni necessarie a salvare i civili siriani e ad andare verso una Siria pacifica e libera.
La passione e le donazioni hanno permesso ad Avaaz di organizzare una copertura video costante dall'interno della Siria, che ha contribuito a dare all'opinione pubblica occidentale un'idea delle atrocità che si stavano consumando sul campo.
Al cruciale vertice sul clima di Durban, più di 800mila di noi riescono a strappare una vittoria da quella che sembrava una sconfitta annunciata.
Il nostro team sbarca in Sudafrica per far arrivare il nostro messaggio giorno ogni singolo giorno della conferenza grazie ad azioni di forte impatto come questa pubblicità sul Financial Times, pubblicata proprio l'ultimo giorno dei negoziati. Nonostante l'enorme pressione da parte di nazioni che difendono gli interessi del petrolio come USA e Canada, si arriva a un accordo che permette di salvare il fondamentale Protocollo di Kyoto.
Grazie ad oltre 800mila persone da tutto il mondo, le vostre voci sono state di fondamentale impatto nella parte finale del vertice.
Lavorando insieme agli indomabili "indignados", gli avaaziani spagnoli attirano l'attenzione internazionale con flash-mob spettacolari e una petizione da 100mila firme chiedendo che i politici condannati per corruzione non possano partecipare alle elezioni.
Il nostro lavoro scatena un dibattito nazionale - di cui c'era un gran bisogno - sulle mazzette dei funzionari e Avaaz viene nominata "angelo del giorno" dalla stampa spagnola.
La piattaforma cittadina di Avaaz merita il titolo di angelo per la battaglia contro la corruzione in politica, l'organizzazione dell'azione simbolica di fronte al Parlamento e la consegna di oltre 100mila firme.
Sempre più impopolare e accusato di sesso con minori, Silvio Berlusconi cerca di silenziare le critiche portando in parlamento una legge sulla censura assurda e ridicola.
I membri italiani reagiscono subito lanciando una campagna che raccoglie 70mila firme e fa chiamare migliaia di cittadini direttamente gli uffici del Parlamento subito prima del voto. Berlusconi perde. La democrazia italiana vince.
Nel momento più difficile della loro battaglia per liberarsi del regime di Mubarak, gli egiziani chiedono al mondo di esperimere solidarietà - e i membri di Avaaz rispondono all'appello.
600mila di noi da tutto il mondo firmano messaggi di solidarietà che Al Jazeera trasmette direttamente in piazza Tahrir, aiutanto un movimento che si alimenta di speranza a superare una fase piena di violenza e incertezza.
La corruzione in India è un virus che ha infettato ogni angolo della democrazia nazionale. Per contrastarla, nasce un enorme movimento anti-corruzione a cui la nostra comunità porta sostegno e solidarietà con 500mila firme in poche ore.
Spinto dalla pressione popolare, il governo è costretto ad accettare le richieste del movimento (fallirà poi nella messa in pratica). Il "Times of India" ha indicato in Avaaz "un attore fondamentale" nel movimento anti-corruzione.
...Avaaz ha avuto un ruolo cruciale nell'azione di Jan Lokpal, inviando petizioni online, messaggi ai partiti politici e una campagna mediatica creativa e originale. Inoltre, è stato grazie ad Avaaz che le email del DoPT sono state inondate con email "Save Jan Lokpal" proprio prima delle decisioni finali della commissione.
La guerra alle droghe è costata miliardi, ha regalato triliardi di dollari al crimine organizzato, ha ucciso innumerevoli persone, e non ha ottenuto niente. Così appena un gruppo di ex-presidenti crea una commissione globale sulle droghe per prendere una posizione chiara e cambiare le cose, oltre 600mila avaaziani si uniscono all'appello per far finire la guerra.
La Commissione e Avaaz incontrano il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon. In quei 30 minuti, la petizione di Avaaz non solo viene presentata ma diventa la prova della richiesta popolare di far finire la guerra.
Ban Ki-moon fa allora un passo in avanti cruciale e crea una task force incaricata di trovare nuove soluzioni al problema delle droghe. Centinaia di migliaia di avaaziani dal nord e sud America si rivolgono allora ai loro rappresentanti per fargli intraprendere politiiche più umane sul tema. Presentiamo la campagna direttamente al presidente del Guatemala Otto Pérez Molina, davanti a tutti i media. Il risultato è una dichiarazione storica dell'Organizzazione degli Stati Americani per andare oltre i divieti e affrontare il tema droga come una priorità di salute pubblica, non una missione militare.
Ringraziamo Avaaz per questa petizione che ci consegna, nel guidare questo continente, la forza di affrontare questo problema senza che diventi un tabù.
Conservatori e imprenditori vogliono lanciare anche in Canada una TV di propaganda in stile Murdoch, ma nel toccare gli standard giornalistici nazionali per far spazio a un'informazione falsa o fuorviante si tirano subito addosso un'opposizione da record.
Più di 100mila avaaziani canadesi firmano subito contro le modifiche, e la proposta oltraggiosa di minare l'informazione obiettiva viene ritirata.
Hosni Mubarack lascia il potere in Egitto e cerca di portarsi dietro i miliardi che ha rubato. In pochi giorni, mezzo milione di avaaziani si appellano ai ministri delle finanze del G20 per far bloccare il suo patrimonio.
Consegnamo la petizione all 'incontro dei ministri a Parigi creando un'enorme "piramide di proteste" di fronte alla Torre Eiffel. Poche settimane dopo, l'UE e non solo congelano i beni di Mubarak e dei suoi assistenti.
In risposta alla violenta repressione di manifestazioni democratiche, 500mila avaaziani chiedono che il Bahrain sia escluso dal prestigioso circuito internazionale della Formula1. Lasciamo anche 20mila messaggi via Facebook e Twitter a tutte le pagine di Formula1, e ci mettiamo anche in contatto con l'ex campione Damn Hill, che accetta di schierarsi con la nostra battaglia.
La nostra campagna finisce sui giornali di tutto il mondo. La Formula 1 aveva cercato di nascondere la repressione in Bahrain con un report di parte, ma rilascia ai media il vero rapporto: la storia continua a crescere finché le stesse squadre non cominciano ad abbandonare la gara in Bahrain, obbligando i vertici della Formula 1 ad annullare l'evento. Purtroppo la gara è tornata l'anno successivo, nonostante le controversie su di essa.
Nel 2010 il governo ugandese prende in considerazione un disegno di legge che prevede la pena di morte per gli omosessuali. I membri di Avaaz, insieme a leader religiosi e ad attivisti per i diritti umani, consegnano una petizione da 450mila firme al Presidente del parlamento ugandese. La notizia fa il giro del mondo e il disegno di legge sparisce nel nulla.
Ma il parlamento ugandese ci riprova nell'aprile 2011. Siamo pronti, e da 450mila le firme diventano 1 milione e 600mila nel giro di pochi giorni. Oltre alla petizione, chiamiamo in decine di migliaia i nostri governi, e la notizia finisce di nuovo sui giornali. L'enorme pressione globale spinge il Presidente del parlamento a convocare una sessione straordinaria e bocciare il disegno di legge prima della votazione. E quando altri parlamentari omofobi ripresentano la legge nel 2012, lanciamo questa pubblicità su uno dei principali quotidiani del paese. Incredibilmente, la presentano di nuovo nel 2013 e questa volta passa -- ma solo per essere di nuovo cancellata, questa volta dalla Corte Costituzionale.
In risposta alla minaccia di Mu'ammar Gheddafi di sterminare l'intera città di Bengasi, i membri di Avaaz si mobilitano per fermarlo.
Alla vigilia del voto decisivo al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, mandiamo 1 milione di messaggi chiedendo di congelare i suoi beni e di agire con una forza di difesa. Il massacro viene evitato. L'ambasciatrice USA presso l'ONU, tra gli ultimi a fare resistenze sul piano, alla fine ringrazierà proprio la nostra campagna, pubblicamente su Twitter.
@avaaz ai vostri firmatari: Grazie. Il consiglio di sicurezza ONU ha condannato la violenza in #Libia, per la tutela dei civili
Mezzo milione di noi insieme a 1000 manifestanti indigeni per chiedere al presidente Evo Morales di fermare la costruizione di un'autostrada nel cuore della Foresta Amazzonica.
La nostra solidarietà amplifica la protesta indigena, e arriviamo a incontrare i ministri boliviani in una riunione infuocata. E la pressione funziona! Morales annulla il progetto, revoca le concessioni per i lavori e si impegna a proteggere per sempre (!) il parco nazionale TIPNIS e il territorio indigeno, i tesori dell'Amazzonia boliviana.
Questo, per me, è governare secondo il volere del popolo.
A rischio sia per il bracconaggio che per la distruzione del loro habitat, gli elefanti non erano nemmeno nella lista degli animali in pericolo. Allora 500mila di noi da ogni parte del mondo si sono schierati con la Coalizione Africana per gli Elefanti.
Dopo un voto testa a testa euna grande mobilitazione finale assieme i partner in loco, otteniamo la protezione per gli elefanti nella riunione dell'ONU dedicata alle specie a rischio di estinzione.
La petizione, non c'è alcun dubbio su questo, ha fatto al differenza e ha aiutato a raggiungere il risultato migliore per gli elefanti.
Hilton chiude un occhio da anni davanti alla tratta internazionale di donne che avveniva nei suoi hotel, pensando non sia sua responsabilità. 317mila avaaziani però non la pensano così: avvertiamo l'amministratore delegato della catena che o cambierà rotta o ricopriremo la sua cittadina natale di manifesti di denuncia.
4 giorni dopo, Hilton accetta di formare tutti i loro 180mila dipendenti su come individuare e prevenire l'orrore della schiavitù sessuale di donne e bambine. Hilton ha ascoltato e agito e ora è capofila del settore in questo ambito.
Il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu fa fallire i colloqui di pace diretti dagli Stati Uniti annunciando la costruzine di altri insediamenti nei territori palestinesi occupati. Avaaz risponde dimostrando che l'opinione pubblica è fermamente contraria a ulteriori insediamenti e in favore della soluzione "due popoli due stati".
Un sondaggio commissionato da Avaaz e iniziative mediatiche creano l'appoggio necessagio per Obama per sostenere la soluzione dei due stati in vista di un vertice fondamentale fra Israele e Palestina. Questo un video della campagna.
Dopo il potentissimo terremoto che lascia Haiti in rovina, migliaia di noi donano più di 1 milione e 300mila dollari a straordinari gruppi di assistenza locali, che riscono così a rifornire provviste cruciali, rifugi e cure mediche.
Ma la crisi non è finita. Nelle settimane successive centinaia di migliaia di avaaziani firmano per chiedere la cancellazione del miliardo di dollari di debito pubblico di Haiti, dovuto ai paesi ricchi. Qui trovi il racconto della nostra risposta.
Quando un gruppo di coraggiosi parlamentari brasiliani avanza la proposta di legge per la "fedina penale pulita" - per vietare ai politici condannati per corruzione e riciclaggio di denaro di candidarsi alle elezioni - in tanti sostengono che non ha possibilità di passare.
Avaaz lancia allora la più grande campagna online della storia del Brasile, arrivando a 2 milioni di firme, 500mila azioni online e decine di migliaia di telefonate. Resistiamo a ogni tentativo dei parlamentari corrotti di fermare la legge, vincendo ogni volta.
E non solo la vediamo infine approvata, ma c'è subito un primo risultato pratico: 330 candidati vengono esclusi dalle elezioni per la loro condotta! Un incredibile passo avanti per liberare il Brasile dalla corruzione dilagante.
Non sono mai stato così orgoglioso dei brasiliani come oggi! Congratulazioni a tutti per aver firmato. Oggi mi sento un cittadino a tutti gli effetti con i poteri politici che mi spettano.
A fronte della catastrofe umanitaria che ha colpito il Pakistan, con un quinto del paese sott'acqua e milioni di persone senza tetto e in disperato bisogno di aiuto, i membri di Avaaz raccolgono 300mila dollari in meno di 3 giorni.
Ma non ci fermiamo lì, arrivando a 1 milione di dollari, donati direttamente a organizzazioni locali fidate. E il 100% delle donazioni raccolte va ad aiutare i pachistani che più ne hanno bisogno.
Nel 2010 la Commissione internazionale per le balene svela la proposta di legalizzare l'uccisione e la vendita delle balene, superando così il divieto di caccia alle balene in piedi da decenni. I membri di Avaaz lanciano una enorme campagna per fermare la proposta, che raccoglie 1 milione e 300mila firme.
La petizione viene consegnata direttamente alla IWC davanti ai media internazionali. La proposta viene abbandonata e il divieto di caccia rimane intatto.
È una vittoria epocale per le balene, ma il Giappone e altri paesi continuano a sfruttare le lacune nei regolamenti per continuare la caccia. Per vincere definitivamente dovremo lavorare insieme per rafforzare e riformare la Commissione, e mobilitare i paesi in favore delle balene.
Dopo l'annuncio della Gran Bretagna di una consultazione pubblica sul suo piano per raddoppiare l'area di oceano protetto, ci mettiamo all'opera.
Gli avaaziani mandano 221mila messaggi da 223 paesi diversi, più dell'85% del totale, richiedendo di vietare la pesca intensiva e di appoggiare i diritti delle persone dell'isola. Il Ministro degli esteri della Gran Betagna citerà poi il nostro contributo nella sua dichiarazione pubblica! Un enorme passo avanti per proteggere gli oceani dalla pesca intensiva.
C'è una pratica tremenda in Sud Africa: lo stupro di donne omosessuali per "farle tornare etero". Un gruppo di attivisti locali lancia una petizione chiedendo al doverno di intervenire, ma vengono ignorati.
Quando però la loro petizione raggiunge quota 170mila firme, interviene la nostra comunità, assieme ad altre organizzazioni. Il governo allora sente più forte la pressione di un milione di firme e dell'attenzione dei media e si impegna a un'azione preventiva contro questo crimine orrendo.
In Italia viene proposta la "legge bavaglio" che vuole togliere al sistema legale la possibilità di contrastare la corruzione. Può arrivare a mettere a tacere editori e giornalisti, imponendo multe salate per chi osasse chiedere conto ai politici del loro operato.
Ma le voci di 340mila avaaziani italiani ferma questa legge vergognosa, modificando il calendario del parlamento, per la prima volta nella storia, grazie alla pressione popolare.
È stato aperto un canale fra la politica e i cittadini, una distanza che sembrava incolmabile per un attimo è stata colmata.
I membri di Avaaz lavorano insieme a tante altre organizzazioni per suonare una sveglia assordante sul problema del cambiamento climatico che i leader internazionali non possano ignorare. Con la forza di oltre 2600 eventi in 135 paesi, chiediamo nuove misure per il clima e un serio impegno per la salvaguardia del nostro pianeta da parte dei politici.
Con striscioni, cori e creatività, scendiamo in piazza in tutto il mondo per far sì che tutti sappiamo che il tempo sta finendo e bisogna agire. I media non possono ignorarci, e neanche i politici. Non si può descrivere tutto questo a parole, ma questo video ci va vicino.
I nostri leader non riescono a fare la storia, i cittadini di tutto il mondo sì. In vista dei negoziati, la nostra "sveglia globale" porta per le strade cittadini in tutto il mondo in migliaia di eventi chiedendo ai leader mondiali di rispondere presente al vertice di Copenhagen (e almeno, infatti, partecipano tutti). Realizziamo poi una veglia globale con migliaia di persone a chiedere un vero accordo per il clima. Una delle veglie viene anche tenuta dall'Arcivescovo Desmond Tutu, proprio nel centro conferenze del vertice.
Fino all'ultimo momento, non smettiamo un attimo di fare pressione per un accordo giusto, ambizioso e vincolante. Tra le altre iniziative, un sit-in di giovanni cittadini globali che leggono i nomi dei milioni di firmatari della nostra petizione globale. Non otteniamo quell'accordo giusto, ambizioso e vincolante, ma almeno lo stanziamento di 100 miliardi di dollari di finanziamenti a sostegno delle economie più povere per contrastare gli impatti del cambiamento climatico.
Un passo avanti cruciale, e anche se in molti rimangono insoddisfatti del risultato, un membro di Avaaz riassume bene il tutto: "l'elefante ha iniziato a muoversi". E da Copenhagen impariamo lezioni importanti che ci aiuteranno a far crescere l'attenzione e il coinvolgimento sul clima negli anni a seguire.
Con il prezzo dei beni alimentari alle stelle, il ministro degli esteri della Sierra Leone Zainab Bangura registra un appello video per i membri di Avaaz, chiedendo di fare pressione sui governi globali per un'azione urgente. Oltre 360.000 membri rispondono, firmando una petizione che viene consegnata al Segretario generale dell'ONU Ban Ki-Moon al vertice sull'emergenza della crisi alimentare a Roma.
Sotto la pressione globale, i governi si impegnano a donare miliardi di dollari per il sostegno all'emergenza alimentare e avviano un processo per riconsiderare la politica agricola nel suo complesso. Nel G8 di luglio le grandi potenze si impegnano a "garantire la compatibilità delle politiche per la produzione sostenibile e l'uso del biocarburante con la sicurezza alimentare". Passi importanti ma la pressione continua per rendere realtà queste promesse.
Avaaz è un alleato, una forza di mobilitazione, per chiunque, ovunque, sia svantaggiato.
Scandalizzata dall'uso della tortura nella prigione di Guantanamo, la comunità globale di Avaaz finanzia una campagna mediatica e pubblicitaria nella metro di Washington.
I cartelloni e il loro messaggio non convenzionale ricordano ai politici che la tortura è illegale, e anzi è parte della strategia di reclutamento di Al Qaeda. Il nostro messaggio viene ripreso dai media in tutto il mondo, come Washington Post e Der Spiegel, e riempie la capitale degli Stati Uniti con il ronzio del nostro appello di chiudere la prigione militare di Guantanamo.
Appena uno scienziato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ci comunica che la lobby della produzione industriale di carne sta bloccando ogni studio sul possibile collegamento tra il settore e il virus H1N1, 225mila avaaziani chiedono immediatamente una ricerca adeguata e il team di Avaaz porta una mandria di 225 maiali in cartone all'OMS, in rappresentanza firme.
Inizialmente scettico, il direttore del reparto di sicurezza alimentare e di zootecnia dell'OMS, il dott. Jørgen Schlundt, concorda infine sul fatto che servono regole globali. Clicca qui per vedere le foto e leggere tutta la storia.
Il Brasile sta per adottare una legge che lascerebbe un enorme pezzo parte della foresta pluviale amazzonica allo sfruttamento delle aziende agricole.
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In soli 2 giorni i membri di Avaaz in Brasile fanno 14mila telefonate e inviano 30mila messaggi online all'ufficio del Presidente Lula. All'ultimo minuto, la pressione dei cittadini ha successo. La legge viene ritirata e la foresta è salva.
Il Ciclone Nargis uccide oltre 100mila persone in Birmania, ma la giunta militare riesce a peggiorare le cose bloccando l'ingresso di ogni tipo di aiuto internazionale, dagli operatori umanitari alle medicine, cibo e altri beni di prima necessità per il paese.
Le persone stanno morendo a causa del blocco, così decidiamo di lanciare un appello assieme ai nostri amici della rete di monaci birmani e in solo 10 giorni oltre 25mila avaaziani da 125 paesi diversi donano 2 milioni di dollari a sostegno delle loro operazioni di soccorso, facendo arrivare gli aiuti a chi sta lavorando in prima linea. Doniamo così più della maggior parte dei governi nel momento critico subito dopo il ciclone, e lo facciamo velocemente tramite queste reti locali.
Mentre la comunità internazionale era concentrata sulla reticenza della giunta ad accogliere gli aiuti stranieri, i cittadini e i monaci birmani svolgevano un lavoro incredibile per portare aiuto, che ora molti considerano il modo con cui è stato scongiurato uno sterminio per fame.
Oltre 2000 membri di Avaaz con magliette della campagna "Give Real Talks a Hand" (Date una mano a dei veri negoziati) formano una catena di strette di mano lunga 5 chilometri, dal Dalai Lama e fino all'Ambasciata Cinese nel centro di Londra.
La stretta di mano, partita dal Dalai Lama in persona, è passata di persona in persona fino ad arrivare nello stesso istante della petizione di Avaaz da 1 milione e 670mila firme a favore di un vero dialogo. Un gesto tangibile di buona volontà culminato in un minuto di silenzio per le vittime del terremoto di Sichuan. Migliaia di avaaziani si sono uniti da tutto il mondo accendendo candele virtuali e donando per comprare tende e altre provviste per l'emergenza. Difficile raccontarlo a parole, ma forse il video qui sopra può aiutare.
Monaci e manifestanti riempiono le strade birmane a sostegno della democrazia, e i membri di Avaaz arrivano in loro supporto. Oltre 800mila membri da tutti i paesi del mondo firmano una petizione per chiedere con urgenza alla Cina e al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di opporsi alla repressione violenta in favore del dialogo e della riconciliazione.
Avaaz consegna pubblicamente il messaggio chiedendo una posizione più decisa al Primo Ministro britannico Gordon Brown, agli alti funzionari di Cina, Singapore e Unione Europea, e 50mila persone si impegnano a boicottare Chevron e Total, in affari con la giunta militare della Birmania.
In seguito alla violenta repressione cinese delle proteste e tumulti in Tibet nel marzo 2008, i membri di Avaaz lanciano quella che all'epoca diventa una delle più grandi campagne online di sempre.
Più di 1 milione e mezzo di persone si unisce all'appello per un dialogo significativo e necessario tra Cina e Dalai Lama. La petizione viene consegnata privatamente ai rappresentanti cinesi e pubblicamente in un Giorno di azione globale, coordinato con associazioni pro-Tibet in tutto il mondo.
Dopo il nostro appello, la Cina ha riavviato il dialogo con il Dalai Lama, ed è stato riferito che che lo ha fatto in risposta alla pressione internazionale. E la nostra comunità non si ferma qui, continuando a sostenere il Tibet. Gli avaaziani raccolgono 150mila dollari per contrastare la propaganda e il clima anti-Tibet in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008.
Le elezioni del marzo 2008 in Zimbabwe sono una farsa, così Avaaz lancia una campagna a favore di una vera democrazia e diritti umani. Più di 150mila membri di Avaaz mettono pressione al Presidente del Sud Africa Thabo Mbeki, un alleato chiave di Mugabe, affinchè spinga per una riforma democratica. Srotoliamo anche uno striscione di 900 metri quadri sul quartier generale delle Nazioni Unite a New York con il messaggio: "Mbeki è tempo di agire: democrazia per lo Zimbabwe".
Nei successivi mesi di violenza e tumulti politici, Mugabe firma un accordo di condivisione del potere con il leader dell'opposizione Morgan Tsvangirai. Le difficoltà dello Zimbabwe non sono certo finite, ma Avaaz non abbandona la lotta per un reale cambiamento democratico.
Una soluzione pacifica e giusta per i due stati al fine di terminare il conflitto tra Israele e Palestina, e il rispetto dei diritti umani di entrambi le parti, riceve il supporto dell'opinione pubblica e dei membri di Avaaz da tutto il mondo. Per sostenere questi obiettivi, Avaaz realizza anche un video.
Visto da più di 2,5 milioni di persone e tradotto in nove lingue differenti, il video "Stop the clash" è stato votato video politico dell'anno per il 2007 e trasmesso in TV in tutto il mondo. Clicca qui per vederlo.
La prima campagna in assoluto di Avaaz che fece partecipare anche 87mila "manifestanti virtuali" a una protesta pacifica a Washington contro l'escalation militare in Iraq. Avaaz, contattando membri locali e esperti internazionali, propose un "nuovo" piano per fermare la guerra: negoziati multilaterali, con mediatori internazionali e il ritiro delle truppe USA secondo un calendario stabilito dalla popolazione irachena.
Il piano fu consegnato nel maggio 2007. Nel frattempo lavorammo insieme a parlamentari Sunniti, Sciiti e Curdi per realizzare una campagna internazionale a sostegno del diritto dell'Iraq a determinare il futuro delle sue risorse petrolifere, invece di accettare le imposizioni di governi stranieri e multinazionali.
Tante campagne di Avaaz sono state lanciate dai membri del movimento. Clicca qui sotto per creare la tua. (Chissà... potrebbe finire su questa pagina!)